Pishing, gli italiani sprovveduti nel difendersi dai furti di dati sensibili

VEB

La pirateria informatica negli ultimi anni sta dilagando, e neppure le agenzie governative sembrano riuscire a metterci un freno.

Hacker dalle intenzioni più o meno celate entrano nei server e nei computer di milioni di persone nel mondo, rubando dati sensibili e tutto quello che può tornare utile al proprio tornaconto, ed è per loro estremamente facile farlo, perché la maggior parte degli utenti di internet non sa difendersi dagli attacchi.

Stando ai risultato di un quiz lanciato da Intel Security e al quale hanno partecipato 19.000 persone in 144 Paesi differenti, il phishing resta un grande sconosciuto per gli internauti italiani: solo il 3% è in grado di identificare correttamente un’email di phishing, mentre l’80% non ha identificato almeno una di queste, condizione sufficiente per cadere vittima di un attacco.

Ricordiamo che il “phishing” consiste per lo più di e-mail (o messaggi inviati tramite social network) che inducono con l’inganno gli utenti a digitare le informazioni dei loro account personali (o a cliccare su link) in pagine web simili a quelle di soggetti autentici (come istituti finanziari o enti pubblici), create ad hoc per rubare i dati che vi vengono inseriti.

Dei 144 Paesi, i migliori risultati sono arrivati dalla Francia, seguita da Svezia, Ungheria, Paesi Bassi e Spagna. “Male” gli Stati Uniti, classificati al 27esimo posto con il 68% di accuratezza da parte degli abitanti nel rilevare il phishing.

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