Nonostante negli ultimi mesi si sia fatto moltissimo, anche grazie all’intervento diretto della Sovrintendenza e del Ministero, e i numeri parlano di un’affluenza record che ha portato ossigeno alle casse cittadine e statali, evidentemente c’è ancora tantissimo da lavorare, e lo dimostrano i continui crolli che interessano l’area.
Nelle scorse ore infatti è avvenuto un nuovo crollo di un muro negli scavi di Pompei: il danno è stato registrato nei pressi della Casa del Citarista, così denominata perché qui venne rinvenuta una statua di Apollo Citarista, conservata nel Museo di Napoli.
A cedere è stata una porzione di muro di circa 1,5 mq, pertinente alla parete non affrescata di un cubicolo che affaccia sull’atrio di una domus chiusa al pubblico, nota come la casa del Pressorio di terracotta, posta sulla via dell’Abbondanza al civico 22 (Insula IV) della Regio I.
Grazie al Grande Progetto Pompei, il sito archeologico sta tornando a una nuova luce: molte le domus messe in sicurezza con i loro splendidi affreschi restaurati e le strade rese accessibili anche ai disabili. Eppure al moment i lavori sono sospesi, per colpa di un ricorso presentato al Tar.
Il ricorso al Tar è quello presentato circa un anno fa da un’azienda che aveva partecipato al bando per l’assegnazione dei lavori, ma ne era risultata esclusa per delle imperfezioni del materiale presentato. Pertanto, la Soprintendenza non può dare l’ok all’apertura del cantiere finché il Tribunale regionale della Campania non avrà sentenziato in merito.
Una vicenda, quella di oggi, che si innesta nella forte polemica tra i sindacati autonomi Flp e Unsa dei Beni culturali e il Soprintendente.