Prestiti sempre più richiesti, la situazione in Italia

VEB

Continua anche nel mese di ottobre la ripresa dei prestiti nel nostro Paese. In base ai dati resi noti recentemente da Eurisc, la crescita nel mese considerato è stata del 6,5% rispetto al dato fatto registrare nello stesso periodo di un anno prima. Va peraltro sottolineato come il risultato riscontrato a ottobre sia il migliore in assoluto in tutto il 2016, andando di fatto a consolidare un dato in crescita sinora del 7,4%. Sembra quindi allentarsi la stretta creditizia che aveva caratterizzato il sistema bancario italiano negli anni passati, con forti conseguenze sull’economia reale.

I prestiti personali fanno da traino

Il report di Eurisc presenta una crescita contemporanea di prestiti finalizzati e personali oltre che la ricerca di prestiti veloci come testimonia il successo del sito ilprestitoveloce.com. Se i prestiti finalizzati si fermano ad un pur buono +4,4%, i secondi, ovvero quelli personali, fanno registrare una crescita quasi a due cifre, raggiungendo il +9,7%.  Prendendo invece come punto di riferimento i primi dieci mesi del 2016, si può facilmente notare come siano i prestiti finalizzati a mettere a segno il dato più consistente, con un +8,8% che sovrasta nettamente il pur buono +5,6% dei prestiti personali. Cresce anche l’importo medio dei prestiti, che raggiunge gli 8.355 euro, contro gli 8.004 su cui erano attestati dodici mesi prima. Se poi si prende come punto di riferimento il dato dei primi dieci mesi del 2016, la media si attesta a 8.497 euro, facendo quindi registrare una crescita del 5,3%. Quasi la metà delle richieste, il 48,6%, riguarda cifre sotto i 5mila euro, dato che schizza addirittura al 65,8% nel caso dei prestiti finalizzati, situandosi invece al 26,6% nel caso dei prestiti personali.

Permane il clima di scarsa fiducia

Se i dati di Eurisc sembrano prefigurare una definitiva ripresa del mercato creditizio, andrebbe però messo in rilievo come questa crescita non vada a tradursi automaticamente in una ripresa dei consumi. Ad attestare tale realtà è un’altro studio, quello pubblicato dall’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori (ONF), secondo il quale sarebbe ancora in atto quella gelata che provoca non poche preoccupazioni anche in ambito istituzionale. Secondo il report, infatti, non si registrerebbe alcun apprezzabile mutamento rispetto al dato del triennio tra il 2012 e il 2014, in cui il segno meno era arrivato al 10,4%. Proprio evidenziando lo stallo sul lato dei consumi, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, rispettivamente presidenti di Adusbef e Federconsumatori, hanno chiesto all’esecutivo di attivarsi per rafforzare il potere d’acquisto di salari e pensioni, dando maggiori sicurezza sul piano occupazionale. Sembra del tutto lecito, in pratica, legare la mancanza di fiducia che caratterizza i nuclei familiari al fatto che i consumi stentino non solo a decollare, ma anche a tenere i ritmi già non molto sostenuti degli anni precedenti. Va anche sottolineato un altro aspetto messo in evidenza dal report di ONF, che va a spiegare come la sensibile curva ascendente del dato relativo ai prestiti contratti tra il 2002 e il 2009 sia dovuto in particolare alla situazione creata dall’avvento dell’euro al posto della lira. In pratica, i cittadini italiani avrebbero iniziato ad indebitarsi in maniera sempre più forte proprio per cercare di far fronte alla sensibile diminuzione del potere di acquisto che ha fatto seguito al deciso aumento dei prezzi di quel periodo. Se in un primo momento ciò è servito per mantenere immutati i precedenti standard di vita, a partire dal 2009, ovvero nel periodo in cui la crisi economica generata dallo scoppio della bolla dei mutui subprime ha raggiunto il suo apice, si è assistito ad una vera e propria inversione di questo trend. In pratica gli italiani hanno cominciato a ridurre sensibilmente i propri acquisti, con un calo sempre più marcato dei consumi, particolarmente evidente nel corso del 2013. La ripresa degli ultimi mesi è stata poi lenta e non ancora sufficiente a far dichiarare il cessato allarme.

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