A Noel Gallagher è andato il compito di riaprire la Manchester Arena

VEB

Il nome della Manchester Arena di Manchester, in Inghilterra, rimarrà per sempre legato al gravissimo attacco terroristico consumatosi lo scorso 22 maggio al termine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande: alle ore 22:31 (ora locale) la struttura fu colpita da due esplosioni, precisamente nei pressi della biglietteria, e nell’attacco 22 persone persero la vita, ed altre 123 rimasero ferite.

Il peggior attacco avvenuto nel Regno Unito dagli attentati di Londra del 2005, lo definiscono i cronisti, un duro colpo all’occidente intero, che però ha deciso di non arrendersi alla paura.

E così, il 9 settembre, l’Arena ha riaperto i suoi battenti: Noel Gallagher è stato tra i partecipanti del concerto di beneficenza “We Are Manchester”.

Il cantautore ha accettato volentieri di partecipare alla manifestazione tributo dopo non essere stato invitato –a differenza del fratello Liam – a quella di One Love Manchester, organizzata dalla Grande pochi giorni dopo la tragedia.

Al concerto di riapertura della Manchester Arena, Noel ha vestito anche i panni di headliner: oltre a Noel nel corso della serata si sono esibiti anche la vincitrice dell’X Factor britannico Louisa Johnson, i Courteneers, i Blossoms e Rick Astley.

Salito sul palco insieme alla sua band, gli High Flying Birds, ha suonato anche alcuni dei pezzi portati al successo insieme a suo fratello Liam: non poteva mancare “Don’t look back in anger”, la canzone diventata l’inno della rinascita di Manchester dopo l’attentato alla Manchester Arena.

Eppure, la faida che tra i fratelli Gallagher va avanti ormai da anni, non si è placata neppure in questa occasione.

“Ogni volta che cantate, vinciamo. Quindi cantate come non avete mai fatto prima” ha detto Noel Gallagher prima di cominciare a suonare Don’t Look Back In Anger, commuovendosi.

Liam Gallagher sembra, però non avere gradito il gesto, che ha prontamente sminuito su Twitter, commentando quanto secondo lui quella del fratello sia tutta scena e non gli importi particolarmente di quanto accaduto.

Al di là dei puerili litigi tra fratelli, in migliaia sono accorsi per il concerto di beneficenza in ricordo dei 22 morti nell’attacco terroristico. Tra il pubblico anche i famigliari di chi ha perso la vita o è rimasto ferito nell’esplosione della bomba.

Scopo dell’evento, intitolato “Noi siamo Manchester”, anche quello di raccogliere fondi per un memoriale permanente per le vittime.

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