Aids, è boom di contagi in Europa

VEB

E’ un virus conosciuto soprattutto tra gli anni 80 e 90, quando la malattia è balzata alle cronache di tutto il mondo, ad oggi sembra sopita ma in realtà la situazione è ben diversa.

Negli ultimi decenni i progressi in ambito medico certamente sono stati fondamentali, ed ora la vita di chi risulta sieropositivo è più dignitosa e meno dolorosa anche solo rispetto a 10 anni fa, ma non bisogna certo dimenticare che l’Aids è una malattia ancora mortale, nonostante l’aspettativa di vita si sia allungata per i contagiati.

Eppure, nonostante decine di campagne di sensibilizzazioni, è stato appena un dato scioccante: in Europa nello scorso anno c’è stato un boom di contagiati, a tal punto che si è tornati al livello degli anni ottanta, quando attorno al temibile virus c’era ancora tanta ignoranza.

La fotografia, scattata con l’ultimo aggiornamento del Centro operativo “Aids” dell’Istituto superiore della sanità, conferma poi che la principale causa del contagio resta sempre quella: il rapporto sessuale senza preservativo. L’84,1% delle nuove diagnosi (nel 41% dei casi sono omosessuali maschi, nel 26% eterosessuali maschi e nel 17% donne eterosessuali), infatti, è riconducibile all’assenza di protezioni.

Complessivamente, sono circa 140mila gli italiani sieropositivi. Lo scorso anno sono state segnalate 3.608 nuove diagnosi (6,0 nuovi casi di Hiv positività ogni 100.000 residenti) di cui il 60% circa in fase avanzata della malattia. Il dato più allarmante riguarda però il 25% circa delle persone infette che non sa di esserlo e che potrebbe trasmettere il virus inconsapevolmente.

Unione Europea e Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) avrebbero infatti registrato in Europa e in Asia centrale ben 142 mila nuove diagnosi nel solo 2014, cifra record fra quelle registrate da quando, negli ormai ben lontani anni ’80, è iniziato il monitoraggio della diffusione del virus dell’immunodeficienza umana.

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