Dopo il danno, la beffa: non solo non si è fatta piena luce sull’omicidio della giovane studentessa Meredith Kercher, assassinata brutalmente nel 2007, ma ora la giustizia italiana, che ha cercato di scovare la verità, dovrà risarcire una delle imputate, poi assolta dalla Cassazione.
Ricordiamo infatti che per l’omicidio è stato definitivamente condannato a 16 anni di reclusione Rudy Guede, ma anche la studentessa Amanda Knox e il fidanzato della vittima, Raffaele Sollecito, erano stati in primo grado ritenuti colpevoli, condanna poi annullata dalla Cassazione.
E proprio Amanda, alla fine del processo, dopo essere ritornata oltreoceano, si è rivolta alla Corte internazionale di Strasburgo, che in queste ore ha emesso il suo verdetto.
Nella sentenza la Corte ha dichiarato che l’Italia ha violato il diritto alla difesa di
Amanda Knox durante l’interrogatorio del 6 novembre 2007, vista la mancanza di difensori od interpreti, ma non ha ricevuto prove che confermino i maltrattamenti da parte della polizia durante lo stesso interrogatorio.
La Corte europea dei Diritti umani ha quindi condannato l’Italia a pagare ad Amanda Knox 18 400 euro.
Ricordiamo che nell’ambito dello stesso interrogatorio la giovane ha accusato Patrick Lumumba, cittadino congolese che lavorava all’epoca dei fatti in un bar di Perugia, di aver ucciso Meredith Kercher. L’uomo è stato successivamente assolto e la Knox è stata condannata a tre anni di reclusione per calunnia.