Dai dati di uno studio dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione, si evince che a Bologna le cinture di sicurezza ancora non piacciono a tutti gli automobilisti.
Tutto sommato i bolognesi al volante non si comportano così male, questa è l’opinione di Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione.
I bolognesi, secondo il presidente si comportano “abbastanza bene” anche se “c’è ancora qualcosa da migliorare”. Poi Sorbi spiega che i dati dell’ indagine “sull’uso dei dispositivi di sicurezza”, dimostrano che la situazione a Bologna, in generale, è confortante.
Per l’indagine del 2016 “sono stati osservati 2712 auto e 913 fra moto e scooter”, sia nel centro cittadino sia nelle zone più periferiche.
C’è un dato che salta agli occhi: quello sulle cinture di sicurezza che, a quanto pare, non a tutti i bolognesi piacciono.
Nonostante l’obbligo delle cinture sia entrato in vigore nel 1988, a distanza di 28 anni “La percentuale dei conducenti che indossano la cintura al posto di guida è pari all’88%”.
Di questi solo il 71% dei passeggeri le allaccia nel sedile anteriore, mentre su quelli posteriori “non sono allacciate dal 72% delle persone”.
Nelle periferie si è visto che a non allacciare le cinture sui sedili posteriori, è addirittura l’84% dei passeggeri.
“Un quadro preoccupante, che indica la necessità di interventi educativi e di formazione”.
Per quanto riguarda i motociclisti, l’uso del casco obbligatorio da trent’anni “risulta pari al 100% dei conducenti”.
Anche i seggiolini per bambini sono utilizzati dalla quasi totalità delle persone.
E il telefono cellulare? Pare che gli automobilisti bolognesi usino correttamente anche quello.
Preoccupa un po’, invece, il dato sulla distrazione alla guida: “Il 46% degli incidenti è causato dall’utilizzo non corretto di telefonino, iPad, navigatore e altri gadget” – conclude Sorbi per i quale moti incidenti sono causati anche da ciclisti distratti, perciò “dall’anno prossimo ci occuperemo anche di loro, partendo dall’uso del cellulare e dal mancato uso delle luci”.