Conserve di zucca fatte in casa finisce in ospedale

VEB

Finire in ospedale per le conserve fatte in casa? Un tempo erano importantissime e ogni famiglia si dedicava magari a quelle di pomodori o di altri cibi fatti in casa, le conserve non erano altro che barattoli ricchi di tante buone cose e si attendeva solo il periodo giusto per poterle mangiare, le scorte di primizie da gustare per tutto l’inverno ma proprio le “conserve” non sono esenti da possibili rischi alimentari.

Se non sono conservati con cura, alcuni alimenti sono infatti veleno: la sensibilità ai processi di cottura e il rischio di virus, batteri, malattie e parassiti determinano le regole di conservazione richieste da ogni cibo.

Conoscere i rischi di ogni pasto è la chiave per ridurre al minimo potenziali malattie e trasmissione alimentare: per sopravvivere e proliferare i batteri necessitano infatti di specifiche condizioni ambientali di temperatura, umidità, acidità e acqua.

Tra le malattie a trasmissione alimentare di origine batterica, le più comuni sono quelle causate da agenti patogeni come la salmonella, E. coli, Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus, Campylobacter, Shigella, o Bacillus cereus.

Botulismo alimentare, giovane rischia la vita

botulismo alimentare giovane rischia la vita

Ma particolarmente pericoloso è anche il botulismo alimentare, come sta purtroppo sperimentando a proprie spese una ragazza campana che ora lotta addirittura per sopravvivere.

Il botulismo alimentare si contrae attraverso l’ingestione di alimenti contaminati dalla tossina botulinica prodotta dal batterio Clostridium botulinum, che deve il suo nome al termine “botulus” (che in latino significa salsiccia) al quale veniva originariamente associato.

Tra le preparazioni alimentari più frequentemente soggette alla contaminazione da parte del Clostridium botulinum rientrano le conserve non acide e quelle che non possono essere stabilizzate attraverso l’aggiunta di alte concentrazioni di zucchero o sale. Fanno parte di questa categoria le preparazioni di carne e di tonno in olio o al naturale, le verdure sott’olio, gli oli aromatizzati, i vegetali lessati e non ben lavati, le salse non acide ricche di olio (come il pesto).

La giovane 24 enne, di Santa Maria Capua Vetere, è stata ricoverata proprio per un caso di questo genere: a scatenare l’intossicazione è stato il veleno prodotto dal batterio Clostridium botulinum che aveva contaminato una conserva di zucca fatta in casa.

La 24enne è arrivata giovedì scorso al pronto soccorso del polo infettivologico del Cotugno in trasferimento dalla Medicina d’urgenza dell’ospedale Santa Maria Delle Grazie di Pozzuoli dove era stata portata in prima battuta.

I sintomi iniziali di tipo gastro-enterico, a volte sfumati,  sono accompagnati da astenia, affaticamento e vertigini, successivamente compaiono diplopia, disfagia e disartria. La paralisi discendente può progredire fino all’insufficienza respiratoria grave. Con questi sintomi la giovane si è presentata dai sanitari, che le hanno quindi diagnosticato l’intossicazione.

Alla 24enne è stato quindi iniettato del siero antibotulinico dispensato dall’Istituto superiore di Sanità, ma c’è bisogno di tempo per dichiararla fuori pericolo.

Questo farmaco è un siero eterologo non purificato disponibile, in Italia, solo presso il Magazzino del Ministero della Salute. Poiché il legame della tossina alle vescicole presinaptiche è irreversibile, la somministrazione deve essere effettuata in tempo utile, prima che tutta la tossina circolante sia legata. Pur variando, il tempo utile per la somministrazione è di circa 48 ore dall’assorbimento. In ogni caso il siero blocca il progredire del quadro ma non recupera le sinapsi già bloccate.

Ricordiamo, quindi, che quando si ha a che fare con determinati tipi di prodotti alimentari, che presentano il rischio di contaminazione, bisogna sottoporli ad un trattamento di sterilizzazione che distrugge tutte le forme microbiche e le spore. La semplice bollitura casalinga non è dunque sufficiente: per ottenere conserve davvero sicure occorrerebbero 8-10 ore di trattamento.

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