Caffè, riesce persino a modificare i circuiti genetici

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Tra le bevande più amate e consumate in tutto il mondo, il caffè è ricco di sostanze preziose per l’organismo, tanto da essere considerato un vero e proprio alleato di benessere.

Tra le molte componenti nutrizionali del caffè, la più nota e studiata è senza dubbio la caffeina, ma nel caffè sono contenute molte sostanze, il cui potenziale ruolo benefico sull’organismo è ancora in fase di studio. In particolare, sono state isolate diverse componenti dalle spiccate proprietà antiossidanti, antimutagene ed antinfiammatorie, che sono comunque insufficienti per compensare il rischio derivante da un consumo elevato di caffè.

In primis è ricco di antiossidanti, elementi fondamentali per contrastare l’invecchiamento, e per di più questi specifici antiossidanti contenuti nella bevanda sarebbero anche maggiormente assorbiti dal nostro corpo rispetto a quelli che si trovano ad esempio in frutta e verdura.

Come evidenziato da diverse ricerche, il caffè è in grado inoltre di ridurre il rischio di alcuni tipi di cancro, allevia i sintomi delle malattie di Parkinson e di Alzheimer, migliora l’umore e addirittura i riflessi. Ma non solo: chi beve caffè riduce anche il rischio di malattie cardiache, respiratorie, ictus e infezioni.

Nella lunga discussione circa gli effetti più o meno benefici del caffè sulla nostra salute, interviene persino uno studio dell’International Agency for Research on Cancer e dell’Imperial College di Londra, condotto su circa mezzo milione di cittadini europei, secondo il quale le persone che bevono più caffè al giorno vivono in media più a lungo di chi non ne assume.

E, a quanto pare, il caffè riesce a svegliare anche i circuiti genetici.

Lo dimostrano i test di biologia sintetica nei quali la caffeina è stata utilizzata per attivare il circuito che regola i livelli di glucosio nel sangue, costruito in laboratorio e trasferito in un topo nel quale era stato riprodotto il diabete umano di tipo 2, che nel mondo colpisce 400 milioni di persone.

La biologia sintetica è una disciplina a metà strada tra l’ingegneria e la biologia molecolare. Inventata dagli americani agli inizi degli anni Duemila nelle facoltà di ingegneria biologica, mira a ridisegnare i circuiti metabolici e genetici degli organismi viventi, per creare un organismo sintetico di importanza pratica.

Negli organismi sintetici  l’intero genoma è quasi totalmente rivoluzionato, tanto che alcuni ricercatori parlano di “vita sintetica”.

L’ipotesi di partenza dei ricercatori era quella che la caffeina potesse funzionare da regolatore per i livelli di glucosio all’interno del sangue.

Più nello specifico, per verificare se la caffeina era effettivamente in grado di controllare il livello del glucosio i ricercatori hanno progettato e costruito in laboratorio un circuito genetico sintetico chiamato C-Star (caffeine-stimulated advanced regulator) che risponde alla caffeina contenuta nei prodotti normalmente in commercio e che produce una molecola utilizzata per la terapia del diabete di tipo 3. Trasferito nei topi, il circuito genetico ha aiutato a controllare il livello del glucosio, con l’aiuto della caffeina.

Lo studio è stato condotto  dai ricercatori del Politecnico di Zurigo e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.

Naturalmente questo è un primo passo su una strada molto lunga e impervia, e c’è ancora molto da fare prima che questo approccio possa essere sperimentato nell’uomo, ma senza dubbio è la dimostrazione che è possibile modificare i circuiti genetici in modo che possano essere controllati da sostanze molto comuni, come la caffeina.

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