Canakinumab: l’antinfiammatorio che combatte infarto e tumore

VEB

Grande scoperta: si chiama Canakinumab l’antinfiammatorio testato alla Brigham and Women’s Hospital di Boston capace di combattere infarto e tumore contemporaneamente.

Quando pensiamo a un farmaco, anche il più efficace, pensiamo anche alle sue controindicazioni, agli effetti collaterali. Stavolta il farmaco avrà pure i suoi effetti collaterali, ma sembra in grado di agire positivamente su due patologie importanti: l’infarto e il tumore.

Su questo c’è una ricerca precisa pubblicata sulla famosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. Nello studio si mette l’accento sulla sottovalutazione dei processi infiammatori delle arterie, sottovalutazione che rappresenta un importante fattore di rischio. Circa il 25% delle persone infartuate avrà almeno un altro infarto nei cinque anni successivi.
Tutto questo nonostante l’assunzione di statine, vale a dire quei farmaci molto utilizzati per contenere il più possibile i livelli di colesterolo. Peraltro questi farmaci non sono privi, come noto, di effetti collaterali di un certo rilievo.

Dal momento che gli effetti positivi sono parziali, gli studiosi hanno pensato che al centro della questione potesse non esserci solo il colesterolo, ma anche la problematica di una condizione infiammatoria trascurata.

Gli scienziati del Brigham and Women’s Hospital di Boston, hanno eseguito dei test su un campione di più di diecimila pazienti che hanno avuto un infarto, e hanno evidenziato dalle analisi del sangue un’infiammazione in corso.

Durante la ricerca, una quota di pazienti è stata trattata con alte dosi di statine; un’altra è stata trattata anche con iniezioni di un potente antinfiammatorio, il Canakinumab; altri pazienti ancora sono stati trattati con un placebo.

Coloro che hanno assunto l’antinfiammatorio, hanno beneficiato di un’importante diminuzione del rischio di ulteriori problemi cardiovascolari, e hanno beneficiato altresì di un’altra inaspettata risposta positiva: il dimezzamento del rischio di morte per tumore.

Addirittura il Canakinumab sembra contrastare in maniera molto efficace la progressione del tumore ai polmoni. Nei pazienti trattati con questo farmaco, la probabilità di morte per tumore ai polmoni è scesa del 75%.

Va da sé che quest’ultimo aspetto andrà ulteriormente approfondito, e ne sapremo di più nei prossimi mesi. In ogni caso lo studio è stato giudicato di grande interesse dagli operatori sanitari che si occupano di problematiche cardiovascolari.

Secondo questi, la ricerca sarebbe estremamente interessante: dopo la scoperta dei benefici della dieta, della rinuncia al fumo e della riduzione del colesterolo, l’altro grande passo in avanti sarebbe proprio questo, il trattamento dei malati di infarto con potenti antiflogistici.

Se poi i benefici saranno tratti anche dai malati di tumore, tanto meglio.

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