Castelfiorentino, addio a Brunetto: il cantastorie più vecchio di Italia

VEB

È morto Brunetto Cantini, il cantastorie più vecchio d’Italia: “una vera e propria gloria di Castelfiorentino, e presenza fissa dei nostri festival locali”, così lo ricorda il Sindaco Alessio Falorni.

Brunetto cantini è morto il 26 gennaio all’età di 98 anni.

Il Sindaco Falorni nel ricordare il cantastorie, ha raccontato: “Ero stato ben contento di dare a lui e a Franco, suo figlio, il Talento Castellano 2014. Anche in quell’occasione, Brunetto ci allietò col suo genio e con i suoi aneddoti spassosissimi. Una simpatia innata, che sprizzava da tutti i pori tenera come il suo animo, semplice e bellissimo. Lo ringraziamo per tutti i bei momenti, ed emozioni, che ci ha saputo regalare. Un cuore di bambino, che vola lieve in cielo”.

La storia di Brunetto ci riporta indietro nel tempo. Come suona strana la stessa parola “cantastorie” in una società in cui tutto è ipertecnologico e la musica si ascolta con i dispositivi avveniristici di ultima generazione.

Certo, forse il signor Cantino oggi non era l’intrattenitore ambulante che si spostava di città in città e di piazza in piazza raccontando favole scritte su un cartellone raffazzonato, ma lo stesso incantava con il suo talento.

Suonava mandolino, la tromba, la cornetta, flicorno tenore, e recitava l’Orlando furioso, la Gerusalemme liberata, l’Eneide.

Componeva canzoni, scriveva versi e racconti ed era un grande divoratore di libri di ogni genere: “Lo faccio con più lentezza di prima, perché gli occhi ogni tanto mi tradiscono – diceva Brunetto – ma leggere è sempre la mia grande passione”.

“Il mio – diceva Brunetto – è un mestiere che non si può improvvisare e chi lo vuole praticare seriamente deve applicarsi come ho fatto io che, pur non avendo conseguito il diploma anche a causa della chiamata al fronte, ho sempre studiato da autodidatta, soprattutto la cultura musicale, le poesie, i grandi classici”.

A Castelfiorentino le sagre paesane, matrimoni, battesimi o compleanni non saranno più le stesse senza la musica e le rime baciate di Brunello, il romantico menestrello del paese amato e stimato da tutti.

Next Post

Luigi Tenco, quell'assurdo suicidio del 27 gennaio 1967

Luigi Tenco canta nella serata clou del Festival di  Sanremo il brano straordinario “Ciao amore ciao”, poi torna nella sua stanza d’albergo e si toglie la vita: era il 27 gennaio 1967. Sono trascorsi 50 anni da quel giorno in cui l’Italia intera è stata scossa dalla notizia del suicidio […]
Luigi Tenco, quell'assurdo suicidio del 27 gennaio 1967