Centocelle, scuola di ballo chiude dopo l’ennesimo attacco omofobo

VEB

Notizie del genere non vorremmo mai essere costretti a darle, se non altro perché sembra di fare un salto indietro, nel passato, di oltre un secolo: Andrea Pacifici e Simone Panella, soci nella fondazione e nella gestione della scuola di danza Vanity Dance Studio, e partner nella vita, hanno deciso di chiudere la loro scuola di ballo, dopo l’ennesimo attacco omofobo.

I due ce l’hanno messa tutta, ma è impossibile lavorare tra minacce e intimidazioni più o meno velate.

Solamente due settimane fa, le pareti della scuola di danza sono state imbrattate con scritte omofobe e disegni osceni. Froci via di qui: questo il messaggio ripetuto varie volte a caratteri cubitali e scritto con una vernice spray rossa sulle pareti bianche del Vanity Dance Studio.

“Non possiamo rimanere aperti. È pericoloso. Mi sembra tutto come un brutto sogno”, ha scritto su Facebook Andrea Pacifici.

“È impossibile per noi lavorare con uno stato d’animo del genere- ha scritto invece Simone Panella sempre su Fb- In particolar modo per Andrea. Abbiamo paura e la cosa terribile è che non sappiamo con chi prendercela. Siamo chiusi in questo dolore e ci fa paura anche spiegare come ci sentiamo”.

«Dal primo giorno che abbiamo aperto purtroppo abbiamo avuto problemi con alcune persone, minacce… discussioni …inseguimenti … atti intimidatori… allagamenti … tutto documentabile! – scrivono Andrea e Simone – Con tutte le forze abbiamo cercato di andare avanti cercando di creare un clima familiare all’interno della scuola! Non abbiamo ancora avuto il coraggio di denunciare l’accaduto, oggi troviamo il coraggio di parlare. Queste sono le immagini di quello che abbiamo trovato nella nostra scuola giorni fa! Mi auguro che non accada ad altri quello che oggi è accaduto a noi! Perché tutto questo credetemi fa veramente male!».

Il loro grido di dolore in poche ore ha ottenuto molti like e condivisioni. Anche quella dell’attivista LGBT Imma Battaglia, che attraverso il suo profilo invia un appello alla sindaca di Roma Virginia Raggi: «La rinuncia di un gruppo di giovani alla propria passione è la rinuncia di una società intera! È la rinuncia di una città ormai in preda al degrado culturale e morale, che è stretta in una morsa di ignoranza e grave discriminazione. Chiediamo di intervenire, non possiamo più tollerare il silenzio della Sindaca Raggi e della Giunta Capitolina. Chiediamo che si riapra urgentemente il tavolo delle associazioni per studiare un piano di intervento nella città e nelle scuole contro il pregiudizio, l’omofobia e ogni forma di discriminazione e chiediamo immediatamente un incontro affinché venga restituito un luogo simbolico e importante a questo gruppo di giovani danzatori vittime dell’odio, perché possano perseguire la propria arte, e che soprattutto dimostrino che la città non rimane in silenzio di fronte ad attacchi discriminatori e violenti».

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