Cos’è il GDPR e perché è importante per le aziende

VEB

L’inizio dell’anno nuovo porta sempre molti cambiamenti e nuove priorità, soprattutto a livello lavorativo. In particolare nel 2018 le aziende dovranno prepararsi all’adeguamento al GDPR che avverrà nei prossimi mesi. Un cambiamento non da poco che tiene sulle spine le aziende di tutto il mondo.  Ma di cosa si tratta?

Il GDPR, General Data Protection Regulation (o RGPD in italiano, Regolamento generale sulla protezione dei dati) è un nuovo regolamento sulla privacy, a tutela dei dati sensibili dei cittadini europei e residenti nell’Unione Europea, approvato dalla Commissione Europea. È stato pubblicato sulla Gazzetta Europea il 4 maggio 2016 ed entrerà in vigore il 25 maggio 2018. Le normative sui dati presenti nei data center verranno rese più armonizzate, permettendo alle aziende di rispettare le normative. Questo, però, è stato possibile grazie a una severa disciplina sulla protezione dei dati che prevede sanzioni elevate.

La situazione attuale

Uno dei problemi principali ora che l’entrata in vigore è sempre più vicina, è la poca preparazione di molte aziende. Secondo alcuni studi, quasi un’azienda su quattro non è pronta all’introduzione del regolamento: il 25% circa (più precisamente il 28%). Le aziende che vogliono adattarsi dovranno affidarsi a società che forniscono soluzioni informatiche per l’adeguamento al GDPR. È anche emerso che gli Stati Uniti sono i più preparati, con l’80% di aziende pronte al cambiamento, e rientrano tra le nazioni che hanno l’uscita di denaro più bassa, con una spesa media di 1,56 milioni di dollari; superati solo da Singapore, che ne spende 1,5 milioni precisi.

In Europa invece si ha un’inversione di tendenza, dal momento che stati come la Germania (1,96 milioni), Regno Unito (1,8 milioni) e Francia (1,78 milioni) hanno spese molto più elevate. È utile ricordare che la questione finanziaria è uno dei motivi principali che spinge all’adozione del GDPR, per il quale sono stati investiti 5 milioni di dollari dalle grande imprese, mentre le piccole e medie imprese sono arrivate addirittura a 1,3 miliardi di dollari.

Le sensazioni

Inoltre se in Europa non ci sarà un adeguamento al riguardo, si ricorrerà a pesanti sanzioni. In particolare viene specificato nell’articolo 83 che si può arrivare fino a 20 miliardi di euro o fino al 4% di fatturato mondiale totale annuo, colpendo titolari e responsabili. L’articolo successivo, l’84, dice che ogni Stato potrà stabilire ulteriori sanzioni, oltre a quelle già universalmente previste.

Nell’articolo 58 si specifica che le autorità di controllo hanno una serie di poteri correttivi che prevedono, tra le altre cose, la possibilità di limitare o vietare del tutto un trattamento. In termini più pratici, per esempio, potrebbe cessare all’improvviso l’erogazione di un servizio verso i clienti, con possibili conseguenze da parte di questi ultimi. Questo porterebbe danni ancora più gravi all’azienda rispetto alle sanzioni amministrative.

Si tratta di un quadro piuttosto complesso ma importante da conoscere per evitare di incappare in pesanti sanzioni, sia dal punto di vista economico che della reputazione aziendale. Ora non resta altro che attendere la messa in vigore del nuovo regolamento e vedere se funzionerà a dovere.

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