Diabete, a Milano 18 enne allontanata non partecipa alla gita scolastica

VEB

Il diabete è una malattia che si caratterizza per la presenza di quantità eccessive di glucosio (zucchero) nel sangue.  Le forme più note di diabete sono due: il diabete di tipo 1 (con assenza di secrezione insulinica) e il diabete di tipo 2, conseguente a ridotta sensibilità all’insulina da parte di fegato, muscolo e tessuto adiposo e/o a una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas.

Il diabete di tipo 1 è una forma di diabete che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e nell’adolescenza, anche se non sono rari i casi di insorgenza nell’età adulta. Per questa ragione fino a poco tempo fa veniva denominato diabete infantile.

Il diabete mellito di tipo 1 rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché è causata dalla produzione di autoanticorpi che attaccano le cellule Beta che all’interno del pancreas sono deputate alla produzione di insulina.

Per vivere, il diabetico tipo 1 necessita della somministrazione di insulina esogena, cioè di una forma sintetica dell’ormone, analoga a quella naturale. Questa terapia dev’essere seguita a tempo indeterminato e, in genere, non compromette le normali attività quotidiane. Tutti i diabetici tipo 1 vengono istruiti e addestrati all’autogestione della terapia farmacologica con insulina.

Il diabete quindi è una patologia con cui si può imparare a convivere tranquillamente, eppure al Liceo Brera di Milano è accaduto qualcosa di incredibile e che sicuramente porterà delle ripercussioni anche gravi.

Una ragazza di diciotto anni è stata allontanata da scuola per dodici giorni e le è stato impedito di partecipare alla gita scolastica perché ha il diabete mellito di tipo 1.

A raccontare la sua storia è il Corriere della Sera.

Nata in Italia da mamma irachena e papà egiziano, Shaymaa El Meehy dal 2012 soffre di questa patologia.

Il nuovo medico che la cura da marzo per precauzione ha chiesto alla scuola di tenere disponibile una dose del farmaco salvavita glucagone, per eventuali crisi ipoglicemiche d’emergenza: «Il liceo ha respinto la richiesta e chiamato i miei genitori perché venissero a prendermi subito, già durante le lezioni», ha raccontato la ragazza, riammessa poi a scuola grazie all’intervento dell’Asl.

Al suo rientro, però, «la professoressa mi ha reso i soldi che avevo versato, dicendomi che non potevo andare in gita con gli altri» in Sicilia perchè «nessun professore era disponibile a somministrare il glucagone in caso d’emergenza», ha spiegato la preside Emilia Ametrano.

Una storia assurda e discriminante che ha avuto anche ripercussioni psicologiche sulla ragazza: “Mi è venuto da piangere e mi sono arrabbiata – ha dichiarato – ma mi sono sentita rispondere che se insistevo ancora per partire, la gita sarebbe stata annullata per tutta la classe e che era solo colpa mia”.

Eppure, precisa l’avvocato a cui i genitori della studentessa si sono rivolti, “per prendere parte al viaggio, la mia assistita aveva consegnato l’attestazione della completa autonomia con l’insulina e una lettera in cui si sollevava la scuola da qualunque responsabilità rispetto alla terapia. Quanto al farmaco salvavita, non ha effetti tossici né alcuna controindicazione da sovradosaggio, deve solo essere somministrato come da specifica prescrizione medica”.

È interessante ora capire quali saranno le decisioni che verranno prese in seguito alla denuncia da parte dell’avvocato della famiglia della ragazza.

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