Diabete siamo di fronte a cinque tipologie diverse

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Il diabete definisce una patologia caratterizzata principalmente da poliuriapolidipsia e polifagia, si tratta di una malattia cronica che fa parte della branchia delle patologie del diabete mellito, basata principalmente su un aumento di glucosio nel sangue a seguito di una carenza, totale o parziale, di insulina nel nostro organismo, l’insulina è appunto l’ormone che tiene sotto controllo la concentrazione di glucosio nel nostro sangue.

Malauguratamente tanti italiani conoscono questa malattia cronica basata sulla presenza di livelli elevati di glucosio nel sangue, quella che viene definita iperglicemia, dovuto ad un’attività alterata dell’insulina, il diabete è un problema di tantissime persone, l’insulina, che viene prodotta dal pancreas, consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica, quando poi questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno, ma quante tipologie di diabete esistono?

Attualmente conosciamo un diabete di tipo 1 e uno di tipo 2.

Il primo tipo riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. La velocità di distruzione delle ß-cellule è, comunque, piuttosto variabile, per cui l’insorgenza della malattia può avvenire rapidamente in alcune persone, solitamente nei bambini e negli adolescenti, e più lentamente negli adulti.

Il secondo tipo è la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie.

Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.

Proprio questo seconda tipologia, cosiddetto “adulto”, come abbiamo visto riguarda la maggioranza dei casi, ma a quanto pare è sbagliato considerarlo come un’unica tipologia che raggruppa milioni di malati.

Diabete, ne esistono ben cinque tipi differenti

Diabete, ne esistono ben cinque tipi differenti

Il diabete adulto non è una sola ma cinque diverse malattie, con differenti livelli di gravità, differenti età di esordio, differenti caratteristiche metaboliche e anche genetiche: la nuova classificazione è il risultato di uno studio dell’università di Lund in Svezia e appena pubblicato su The Lancet Diabetes & Endocrinology.

I ricercatori hanno allora monitorato 14.775 pazienti con diabete di nuova diagnosi di età compresa tra 18 e 97 anni. Isolando e studiando le misurazioni di insulino-resistenza, secrezione di insulina, livelli di zucchero nel sangue, età e insorgenza della malattia, hanno individuato cinque gruppi distinti di malattia: tre forme gravi e due più lievi.

Secondo la nuova classificazione, nel cluster 1 rientrano i pazienti con insulino-resistenza in cui le cellule non sono in grado di utilizzare l’insulina in modo efficace. Sono persone giovani e in buona salute e corrispondono più o meno ai pazienti con l’attuale tipo 1 di diabete; il cluster 2 è composto da pazienti relativamente giovani, insulino-carenti; il cluster 3 è rappresentato da persone con insulino-resistenza grave, di solito in sovrappeso: il cluster 4 comprende pazienti di mezza età con diabete correlato all’obesità, il 5, infine, riguarda persone con diabete correlato all’età, che sviluppano sintomi molto dopo rispetto alle persone comprese nei precedenti gruppi.

I nuovi risultati, dunque, sono coerenti con la crescente tendenza verso la ‘medicina di precisione’, che tiene conto delle differenze tra gli individui nella gestione delle malattie: nello stesso modo in cui un paziente che richiede una trasfusione deve ricevere il giusto tipo di sangue, i sottotipi di diabete necessitano di trattamenti diversi, suggerisce lo studio, che ha anche identificato diversi tipi di microbiomi – l’ecosistema batterico nel nostro tratto digestivo – che possono reagire in modo diverso allo stesso farmaco antidiabete, rendendolo più o meno efficace. “E’ il primo passo verso una cura personalizzata di questa malattia”, afferma l’autore senior Leif Groop, endocrinologo.

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