A leggere l’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio di Elena Ceste, morta molto probabilmente per asfissia, si resta senza parole. Una donna da raddrizzare per il marito Michele Buoninconti.
Una donna verso la quale Michele nutriva un odio maturato nel tempo.
Elena Ceste, ipotizzano i magistrati è morta per asfissia, forse mentre si vestiva seduta al letto coniugale. Presa e poi gettata in un rivo dal marito che gli inquirenti ritengono colpevole di questa morte.
Secondo il gip Giacomo Marson, del tribunale di Asti, che così scrive nell’ordinanza di custodia cautelare per Michele Buoninconti. “Elena per Michele era una moglie e una madre inadeguata”, nonché “una donna infedele e inaffidabile dedita a coltivare rapporti virtuali con il computer e, quindi, da raddrizzare”
Il gip usa l’espressione raddrizzare perchè è un termine usato dallo stesso Michele in una conversazione, intercettata il 17 agosto, fra Buoninconti e i figli, in macchina. “Con mamma – dice il pompiere – c’ero riuscito a farla diventare donna. Solo, vai a capire cosa ha visto. Diciotto anni della mia vita per recuperarla, diciotto anni per raddrizzare mamma.”. Il magistrato nella sua ordinanza descrive Buoninconti come “un soggetto al quale nulla deve sfuggire, interessato ad avere tutto sotto controllo, a gestire e organizzare la vita del suo nucleo familiare secondo regole non sindacabili”.