Facebook mente su WhatsApp: 110 Mln di multa dalla UE

VEB

Non c’è pace per Mark Zuckerberg: la UE condanna Facebook a pagare 110 milioni di euro perché ha mentito in merito alla acquisizione di WhatsApp.

Multe su multe per Zuckerberg. Prima la nostra Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha comminato una sanzione di 3 milioni di euro a WhatsApp per pratica commerciale scorretta.

Per il garante, infatti, l’app di messaggistica acquistata da Facebook nel 2014, ha “imposto” agli utenti di accettare i nuovi termini di utilizzo del servizio.

Non solo, ma ha inserito in alcune condizioni contrattuali, anche clausole vessatorie nei confronti degli utenti.

Insomma, il Garante accusa WhatsApp della violazione degli articoli 33 e 35 del Codice del Consumo.

Questa partita non è ancora finita perché WhatsApp ha 60 giorni per fare ricorso al TAR e spiegare le sue ragioni.

Ma i problemi non finiscono qui. Sulla testa di Zuckerberg, ancora dolorante per la batosta ricevuta, cade un’altra pesante tegola. WhatsApp, a quanto pare, dice proprio male al buon Mark.

Questa volta la “botta” arriva dalla Commissione Europea che ha aperto l’inchiesta sull’operato di Facebook nel 2016.

Il fatto. Quando nel 2014 ci fu l’acquisizione di WhatsApp, da Menlo Park avevano informato la Commissione Europea che in nessun modo gli account Facebook potevano essere collegati a quelli di WhatsApp.

La Commissione si fidò di questa rassicurazione e approvò la transazione. Era ottobre 2014.

Nel mese di agosto 2016, però, WhatsApp ha modificato, annuncia dolo ai quattro venti, i termini d’uso e la policy della privacy.

In queste modifiche era inclusa la possibilità di condividere con Facebook, oltre allo stato online, anche altri dati degli utenti quali username, numero di telefono.

Lo scopo era di migliorare i filtri anti-spam e inserire pubblicità personalizzate.

A quel punto, per la Commissione Europea fu chiaro che Facebook aveva spudoratamente mentito: la possibilità di associare automaticamente le identità degli utenti c’era eccome e, cosa peggiore, esisteva già nel 2014.

L’azienda di Mark Zuckerberg, dunque, ha palesemente violato la normativa sulle fusioni in vigore secondo la quale è obbligatorio fornire informazioni corrette e non ingannevoli.

La multa comminata a Facebook dalla Commissione Europea doveva essere di oltre 200 milioni di euro.

Infatti, la Commissione UE aveva la facoltà di infliggere a Facebook sanzioni pari all’1% del suo fatturato annuale.

Se la Commissione ha stabilito una multa di “soli” 100 milioni di euro, è perché ha tenuto conto della fattiva collaborazione del social blu durante le indagini.

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