LinkedIn, arriva Salary: il calcolatore di stipendi

VEB

LinkedIn lancia il nuovo servizio Salary, una sorta di calcolatore che ci dice quanto dovremmo guadagnare di stipendio.

Qualcuno potrebbe chiedersi: ma non ci sono le tabelle sindacali e i commercialisti che possono ragguagliarci sul nostro giusto compenso?

Certo, ma il nuovo servizio lanciato da LinkedIn non ci dice quando dovremmo avere in busta paga in base alle mansioni e alle ore lavorate: Salary fa molto di più.

Salary, infatti, calcola anche quando dovremmo percepire in base agli anni di esperienza lavorativa e la zona geografica in cui viviamo.

LinkedIn, da poco diventato una creatura del grande Microsoft che sul social network professionale ha investito oltre 26 miliardi di dollari, ha messo a disposizione degli utenti un servizio davvero innovativo e molto utile.

Su “LinkedIn Salary”, infatti, ci si può iscrivere in modo anonimo e inserire l’ammontare del proprio stipendio.

L’algoritmo del servizio, che attinge i dati dalla banca dati che ogni utente contribuisce ad alimentare inserendo le informazioni che lo riguardano, dopo un rapido calcolo ci comunica com’è retribuita la nostra posizione lavorativa nelle altre città e, addirittura, negli altri Paesi.

Salary conta su un sofisticato software capace di incrociare competenze, grado di istruzione, anni di esperienza e area geografica.

In questo modo riesce comparare i salari e a fornire informazioni abbastanza precise su quanto dovremmo percepire di stipendio.

E se dovessimo realizzare di essere sottopagati, che cosa fare? Questa risposta purtroppo LinkedIn Salary non è in grado di fornirla. La decisione tocca solo a noi.

Salary al momento è attivo solo in Stati Uniti, Canada e Regno Unito ma per il prossimo anno il servizio sarà disponibile in tutto il mondo.

Next Post

Facebook, Garante Privacy: rimuovere velocemente i post offensivi

“I contenuti lesivi della dignità della persona vanno rimossi da Facebook con più tempestività”, queste le parole del Garante delle Privacy. Il Garante della Privacy interviene sulla vicenda Tiziana Cantone e sui posti che istigano all’odio razziale denunciati in Germania. Il social di Zuckerberg deve incassare, dopo le denunce, anche […]
Facebook, Garante Privacy: rimuovere velocemente i post offensivi