Malaria, un indagato per la morte della piccola Sofia

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La malaria è la più diffusa fra tutte le parassitosi, con il suo quadro clinico di malattia febbrile acuta che si manifesta con segni di gravità diversa a seconda della specie infettante.

Pericolosa malattia infettiva, è causata da un parassita e diffusa soprattutto nelle zone calde e tropicali, ma può anche verificarsi (molto di rado) nelle zone a clima temperato.

Di norma il contagio avviene attraverso la puntura di una zanzara femmina del genere Anopheles; quando una zanzara punge una persona infetta, nel sangue prelevato sono presenti i microscopici parassiti responsabili della malattia. Circa una settimana dopo, al momento di consumare il pasto successivo, questi parassiti vengono mescolati alla saliva della zanzara, che viene iniettata durante la puntura.

Una volta che i parassiti sono entrati nel sangue raggiungono il fegato e si moltiplicano. Nel giro di pochi giorni migliaia di parassiti vengono rilasciati dal fegato nel sangue, dove distruggono i globuli rossi, ed il processo si ripete più volte. Alcuni di essi rimangono nel fegato e continuano a moltiplicarsi, rilasciando a loro volta altri parassiti nel sangue, a cicli di pochi giorni.

La sua diffusione attuale non si limita alle aree tropicali dell’America del sud, dell’Africa e dell’Asia, ma interessa sporadicamente anche gli USA e altri paesi industrializzati, in cui casi clinici della malattia possono apparire a seguito di spostamenti di persone che contraggono la malattia in zone in cui essa è endemica

Malaria, un indagato per la morte della piccola Sofia

Malaria, un indagato per la morte della piccola Sofia

In Italia – dopo aver causato svariate epidemie fino alla metà del secolo scorso – è stata debellata ormai da molti anni; episodi sporadici, imputabili all’ingresso di contagiati provenienti da zone endemiche, si verificano comunque ancora oggi.

Un esempio purtroppo funesto è quello della piccola Sofia, morta proprio di malaria a soli 4 anni.

La bimba si è sentita male ed è spirata il 4 settembre scorso di ritorno da una vacanza con i genitori a Bibione: la bambina era morta agli Spedali Civili di Brescia, trasferita d’urgenza dopo un ricovero a Trento.

È di queste ore la notizia che, per la sua morte, ci sarebbe ora un indagato. Il procuratore trentino Marco Gallina ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di un dipendente dell’ospedale dove la piccola era stata ricoverata. Un atto che conferma ulteriormente la direzione delle indagini in quella di un errore umano compiuto nella struttura sanitaria.

La piccola era stata trasferita a Brescia quando il quadro clinico era ormai precipitato. Durante il primo ricovero Sofia aveva condiviso lo stesso reparto con due sorelline del Burkina Faso appena rientrate da un viaggio in patria e affette da malaria, come peraltro la madre e il fratello , poi tutti guariti.

La direzione dell’ospedale di aveva escluso fin da subito che Sofia potesse aver contratto a causa di un errore umano la stessa malattia che aveva colpito le bimbe africane. Secondo la direttrice del reparto di Pediatria non era possibile che il contagio fosse avvenuto tramite materiale medico infetto, quindi attraverso lo scambio di sangue, e invece le cose potrebbero essere andate diversamente.

La Procura ha ricostruito la “storia” del ricovero della bimba, soprattutto tramite la documentazione medico-infermieristica raccolta, nella ricerca di prove che portassero ad individuare un possibile responsabile del contagio.

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