Diminuiscono in Italia i matrimoni e aumentano le unioni di fatto.
L’Istat dice che gli Italiani tendono a sposarsi sempre meno e si indirizzano verso le unioni di fatto, che negli ultimi sette anni sono addirittura raddoppiate.
Sempre l’Istat riporta che ormai le coppie che convivono sono quasi un milione, e più della metà di queste sono composte da partner che non si sono mai sposati. Dunque, una scelta di vita, più che una necessità.
Insomma, la gente comincia a capire che se le cose non vanno, il non contrarre matrimonio semplifica di molto la vita.
E le separazioni, sentimentali o meno, sono molto più semplici. Arrivederci e grazie, o giù di lì.
Ma rimane il tema importantissimo delle unioni civili e le coppie di fatto intese come riconoscimento giuridico.
Qui, come nazione, siamo assolutamente carenti, con fortissime resistenze all’allineamento su posizioni europee, da parte dell’ala cattolica del Parlamento.
I quali parlamentari, quantitativamente non sono tanti, qualitativamente rappresentano ancora meno.
Eppure, nostante la pocheza, riescono ancora a incidere, a frenare, a inventare argomentazioni tanto assurde quanto speciose, per rallentare l’iter di una buona legge sulle coppie di fatto.
La famiglia tradizionale, il matrimonio tradizionale, e così l’Italia in fatot di civiltà e di diritti civili, rimane il fanalino di coda dle mondo interno. Che dire? Sia fatta la volontà della CEI.