Matteo Salvini, l’uomo che vuole affondare i barconi coi migranti a bordo, per non farli sbarcare sulle nostre coste, è sceso in piazza per protestare contro il reato di tortura: nessuno può stupirsene, dopotutto.
Se è giustificabile dalle circostanze lasciar morire donne e bambini al largo dell’oceano, è anche giusto che gli agenti possano fare il loro dovere, magari con qualche metodo in stile medioevale, per convincere a confessare anche i criminali più reticenti.
In una manifestazione davanti a palazzo Chigi insieme al Sappe, il leader del Carroccio dice: “Carabinieri e polizia devono poter fare il loro lavoro. Se devo prendere per il collo un delinquente, lo prendo. Se cade e si sbuccia un ginocchio, sono c… suoi”. E ancora: “Idiozie come questa legge espongono le forze dell’ordine al ricatto dei delinquenti”.
Salvini ha aderito alla manifestazione indetta a Roma dalla Polizia per dire no al ddl in discussione in Parlamento che introduce il reato di tortura, definito dal segretario generale del Sap Gianni Tonelli “un vero e proprio colpo di mano contro le forze dell’ordine e contro chi ogni giorno garantisce la sicurezza dei cittadini”.
“Dobbiamo prendere un’iniziativa forte per far capire al governo che non sono le forze dell’ordine a dover essere colpite, ma i criminali. Invece governo e parlamento tutelano di più chi commette i reati rispetto a chi difende i cittadini”: dichiarazioni quelle di Salvini che arrivano alla vigilia della giornata internazionale contro la tortura.