Melanomi possibile prevenzione con composto vegetale

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Come definisce l’Airc

Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo ed è formata da tre strati: l’epidermide, il derma e il tessuto sottocutaneo o grasso. I melanociti fanno parte, insieme ai cheratinociti, dell’epidermide e hanno il compito di produrre melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari. In condizioni normali i melanociti possono dar luogo ad agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e noti come nei (nevi è il termine medico).

Le tipologie di melanoma sono numerose purtroppo, possiamo però evidenziare come il melanoma maligno, o NOS, sia uno di quei tumori che origina dal melanocita ovvero una cellula preposta proprio alla sintesi della melanina che, come sappiamo, è il pigmento scuro che da il colore alla nostra pelle e che, come del resto tutto il nostro corpo, va curato e tenuto sotto osservazione ma soprattutto preservato.

La maggior parte dei melanociti si trova nella pelle, quindi questo tumore può formarsi su qualsiasi superficie della pelle.

Negli uomini è spesso trovato sulla pelle della testa, del collo, o tra le spalle e le anche. Nelle donne, è spesso diagnosticato sulla pelle della parte inferiore delle gambe o tra le spalle e le anche. Il melanoma è raro nelle persone con pelle scura, dove di solito è localizzato sotto le unghie delle mani, sotto le unghie dei piedi, sul palmo delle mani o sulle piante dei piedi.

Il melanoma superficiale appare sotto forma di lesione piatta o leggermente in rilievo spesso con bordi irregolari e variazioni di colore. Di solito si diffonde lungo lo strato superiore della pelle, l’epidermide, per un periodo che varia da mesi ad anni prima di diffondersi più in profondità.

Il melanoma nodulare può invece invadere i tessuti in profondità fin da subito e quindi si presenta spesso con un maggiore spessore di invasione quando diagnosticato dopo la biopsia. Per questo motivo la prognosi per il melanoma nodulare è solitamente più incerta rispetto agli altri tipi di melanoma.

Melanoma, un composto vegetale può aiutare a prevenirlo

melanoma composto vegetale per curarlo

Il melanoma oculare è il melanoma che viene identificato nell’occhio, ed è relativamente poco comune, rappresentando il 3% di tutti i casi di melanoma. Tuttavia è il tipo più comune tipo di cancro intraoculare primario negli adulti . Comincia quando cellule colorate chiamate melanociti crescono in maniera incontrollata. Il melanoma intraoculare è anche chiamato melanoma uveale perché compare in quella parte dell’occhio chiamata uvea.

Per fortuna, il più pericoloso tumore della pelle fa però sempre meno paura grazie ai molti progressi fatti nelle terapie negli ultimi anni e questa forma di cancro ha rappresentato l’apripista delle sperimentazioni sull’immunoterapia.

In generale, se il melanoma è allo stadio iniziale può essere sufficiente l’asportazione del solo neo con una piccola parte di tessuto circostante, con una percentuale di guarigione superiore al 90 per cento. Se lo spessore del tumore è maggiore si procede anche all’asportazione del linfonodo sentinella (il più vicino) per vedere se contiene già cellule tumorali. Negli stadi più avanzati, alla terapia chirurgica si affiancano chemioterapia e/o immunoterapia e/o radioterapia.

Ma c’è di più: un contributo fondamentale potrebbe presto venire anche dal mondo vegetale.

L’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Icb-Cnr), in collaborazione con il dipartimento di Clinica interna e sperimentale dell’Università della Campania e il Centro di eccellenza per le ricerche biomediche dell’Università di Genova, ha identificato un nuovo componente vegetale per la preparazione di vaccini e dimostrato la sua efficacia contro un modello sperimentale di melanoma.

Il composto, denominato Sulfavant, deriva da prodotti naturali presenti in microalghe marine e in piante terrestri e agisce stimolando le cellule dendritiche, prima linea di difesa del sistema immunitario e responsabili del riconoscimento di agenti pericolosi per l’organismo.

Questo trattamento sperimentale è un nuovo approccio alla lotta contro i tumori e si propone di eliminare le cellule con mutazioni dall’organismo bloccando così sul nascere la formazione di nuovi tumori.

Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

I primi test sono già stati molto positivi: insieme ad un antigene immunogenico (ovvero una sostanza capace di provocare una risposta immunitaria specifica nel ricevente), Sulfavant ha ridotto lo sviluppo della neoplasia rispetto al campione che non aveva ricevuto lo stesso trattamento.

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