Nuoro, bimba vaccinata per ordine del tribunale

VEB

Proprio nelle scorse ore siamo tornati a parlare, ancora una volta, di vaccini, e dell’ormai scaduto termine per la consegna di tutti i documenti che attestano l’avvenuta messa in regola con tutti i vaccini che la legge prevede, dallo scorso settembre, essere obbligatori per l’ammissione alla scuola primaria.

I primi dati, ancora tutti da verificare, parlano di circa 33 mila bambini, su tutto il suo italico, che già da oggi  potrebbero vedersi impossibilitati ad entrare in classe proprio per la mancata vaccinazione. Sarà comunque difficile avere un quadro della copertura vaccinale ancora per alcune settimane: da oggi per nessuno di loro verrà meno l’iscrizione a scuola, ma potranno essere ammessi in classe solo quando le loro famiglie avranno presentato i documenti che attestino o la vaccinazione avvenuta oppure la prenotazione della vaccinazione presso una Asl. Per tutti le regole sono quelle previste dalla circolare emanata il 27 febbraio dai ministeri della Salute e dell’Istruzione, che fissava al 10 marzo il termine della consegna dei documenti.

In caso di mancata documentazione l’accesso ad asili nido e scuole materne è vietato finché il bambino non sarà vaccinato. Per i ragazzi da 7 a 16 anni, che frequentano la scuola dell’obbligo, la mancata vaccinazione può far scattare una multa compresa tra 100 a 500 euro.

Tra questi bambini a rischio non ci sarà certamente una bambina di Nuoro, che sarà vaccinata per odine del tribunale.

Nuoro, bimba vaccinata per ordine del tribunale

Nello specifico, la vicenda riguarda una bimba di tre anni che non aveva fatto tutti i vaccini obbligatori perché la madre era contraria e rischiava di non poter tornare in classe, nella scuola dell’infanzia che frequenta a Nuoro.

Ma il padre – la coppia è separata – si è rivolto al Tribunale ordinario di Nuoro che ha accolto il suo ricorso, autorizzandolo a far effettuare alla figlia, contro il volere della madre, i vaccini.

Il provvedimento del Tribunale “autorizza a far effettuare alla figlia minore le vaccinazioni obbligatorie anti morbillo, anti rosolia e anti parotite, come prescritte dal Decreto Legge 73/2017, e a porre in essere tutti gli adempimenti necessari per consentire alla minore di frequentare la scuola dell’infanzia”.

La decisione va contro le convinzioni della madre della bambina, secondo cui una prima serie di vaccini somministrati alla piccola e alla sorella minore avrebbero provocato nelle figlie un deficit di crescita. La tesi non sarebbe però supportata da alcun riscontro medico e quindi non sarebbe stata presa in considerazione dai giudici.

Ricordiamo che in Italia diversi vaccini sono diventati obbligatori perché la soglia vaccinale era pericolosamente al di sotto di quella prevista dall’Oms.

La soglia di copertura vaccinale raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per raggiungere la c.d. immunità di gregge è pari al 95%. Se la quota di individui vaccinati all’interno di una popolazione raggiunge questo valore, si arresta la circolazione dell’agente patogeno. Il raggiungimento di tale soglia consente, quindi, di tutelare anche i soggetti fragili che, a causa delle loro condizioni di salute, non possono essere vaccinati.

I vaccini  obbligatori proteggono complessivamente da nove malattie infettive: la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B, la poliomielite, l’haemophilus influenzae B (coperti con l’esavalente), il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). Del «pacchetto-scuola» fa parte anche il vaccino contro la varicella, a differenza degli altri obbligatorio però soltanto per i nati dal 2017 in poi.

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