E’ accaduto a Riposto, nel catanese. Un ragazzo di 17 anni è stato aggredito da un gruppo di giovani a causa di un commento non gradito su Facebook ad un post di un amico.
La sera del 19 maggio 2015, cinque giovani tra i 17 e i 20 anni, tra cui una ragazza, offesi per quel commento scritto sui social, hanno deciso di farla pagare al giovane e, mentre il ragazzo passeggiava in Corso Italia a Riposto, lo hanno accerchiato e trascinato in un vicoletto, dove lo hanno aggredito a calci e pugni.
Il 17enne è finito al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Acireale: una diagnosi di 7 giorni per aver riportato “graffi alla regione frontale ed alla spalla sinistra, ecchimosi multiple al braccio ed alla mano destra nonché all’arto inferiore destro; addome trattabile dolente all’ipocondrio destro con intenso dolore alla digitopressione delle regione scrotale”, come spiegato nel referto medico.
Il ragazzo non si è lasciato spaventare ed ha sporto denuncia ai Carabinieri di Riposto i quali, grazie alle dichiarazioni acquisite da alcuni testimoni presenti al momento dell’aggressione, hanno raccolto sufficienti prove per denunciare i cinque ragazzi che dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria di minacce e lesioni personali in concorso.
Cosimo Maria Ferri, sottosegretario del ministero della Giustizia, ha così commentato la vicenda: “La storia di bullismo che arriva dalla provincia di Catania evidenzia quanto il ruolo della Rete sia oggi centrale nella formazione dei giovani e quanto sia necessario monitorare con attenzione come i ragazzi si comportano sul web e in particolare sui social network. Quel ragazzo ha avuto coraggio ed è arrivato a una prima vittoria e il suo coraggio va sostenuto”.
“La denuncia, infatti costituisce un elemento importante all’interno della strategia contro il bullismo e il cyberbullismo che deve essere articolata su più livelli, da quello repressivo a quello preventivo. Inoltre è importante che la presenza sulla Rete da parte dei nostri giovani sia monitorata dai genitori, che devono metterli al riparo da possibili minacce e devono educare i ragazzi al rispetto delle regole della convivenza civile: l’educazione è una risorsa strategica che va valorizzata”, ha concluso Ferri.