La guerra fredda, almeno sulla carta, è finita da un bel pezzo ma le tensioni tra Usa e Russia non sono mai veramente finite.
I leader dei rispettivi paesi si possono stringere la mano e firmare accordi più o meno vincolanti, ma sembra che la brama di affermare la propria supremazia rispetto all’altro sia più forte di qualsiasi desiderio di mantenere la pace e l’equilibrio internazionale.
Stavolta a fare il primo passo, e non certo verso l’altro, è Vladimir Putin: il presidente russo ha infatti annunciato che è stato compiuto con successo il test del nuovo missile ipersonico, da lui definito una «nuova arma strategica» nell’arsenale della Russia, parlando di un evento «importante» per le forze armate russe.
L’Avangard, lanciato con un missile vettore intercontinentale, è in grado di trasportare una testata atomica e di planare come un aliante a grande altitudine, slittando sugli strati più densi dell’atmosfera a Mach 20 (20 volte la velocità del suono) per poi colpire obiettivi lontani senza essere intercettata dai sistemi antimissile Nato.
Secondo le prime informazioni dei media russi, il missile ha percorso 6mila chilometri dalla regione degli Urali fino alla catena del Kura, in Kamchatka. Il nuovo missile ha una gittata accertata di 5.800 chilometri. Ma secondo i russi, il sistema potrebbe superare senza problemi gli 11.000 chilometri.
Un traguardo importante per i russi, un messaggio ben chiaro per tutte le altre potenze mondiali: Mosca non ha fermato la sua corsa per le nuove armi.