Raffaellà Carrà, il coraggio e la forza della madrina del World Pride

VEB

Una regina della canzone italiana, un’icona senza tempo, amata trasversalmente da grandi e piccini, ed anche icona gay, prescelta nientemeno che come madrina del World Pride 2017.

Proprio in questa occasione, Raffaella Carrà ha scelto di raccontare la sua vita, le sue gioie e i suoi dolori, in una lunga intervista a Massimo Gramellini sul Corriere della Sera.

“Mi hanno cresciuta due donne. Tre, contando la nurse inglese. Mia mamma Angela Iris fu una delle prime a separarsi nel dopoguerra. Non si risposò più. Nonna Andreina era rimasta vedova di un poliziotto di Caltanissetta. Mi vergognavo di non avere una figura maschile. Mio padre è stato un uomo buono e intelligente, ma inaffidabile. Non aveva alcun senso della famiglia”, racconta la cantante.

Durante l’adolescenza i primi incontri con l’altro sesso, ma non ha mai voluto bruciare le tappe: “Uscivo solo con i gay. Quando in sala faceva buio, loro non cercavano di tastarti. Il babbo ogni tanto mi telefonava per chiedermi se ero ancora vergine, minacciando in caso contrario di togliermi da mia madre e dal centro sperimentale. Ero così terrorizzata che fino ai 18 anni non mi sono lasciata toccare da nessuno”.

Negli anni è diventata un’icona gay, senza rendersene conto e senza conoscerne il perché: «Morirò senza saperlo. Sulla mia tomba lascerò scritto: “Perché sono piaciuta tanto ai gay?”», scherza.

Anche se Raffaella sull’adozione per i gay si dice «combattuta»: «Credo che la natura delle cose arriverà a fiorire da sola. Intanto si sono già fatti passi avanti. Due persone che si amano possono prestarsi assistenza. Ricordo il povero Don Lurio disperato perché aveva un compagno molto malato e non poteva andare in ospedale a trovarlo».

Più deciso il suo pensiero sull’adozione per i single: «Vorrei sapere perché io, cresciuta da una mamma single, non ho potuto avere un figlio in quanto single! Ho persino pensato di farmi spagnola: cioè prendere la cittadinanza. Lì avrei potuto adottare. Ma mi è mancato il coraggio. Gli italiani, gay e non gay, sono tutti scontenti».

Infine lancia il suo messaggio al mondo Lgbt: “Sono andata a ricevere il World Pride 2017 all’ambasciata italiana. Nel riceverlo ho detto: vivete questa settimana in allegria, ma le lotte non sono finite. C’è ancora ‘mucho camino’ da compiere per abbattere i pregiudizi”.

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