A Remedello di Sopra c’è la città ideale, ma nel giardino di casa.
Roberto Scalmana a 13 anni già pensava alla sua città ideale. Mentre la stragrande maggioranza dei giovani e giovanissimi a quell’età comincia a pensare di avere degli spazi propri dentro casa, oppure a possedere il primo cellulare o quant’altro.
Roberto invece aveva già un’idea, un sogno, che ha deciso di sviluppare una ventina di anni dopo: una città ideale.
Diventato ingegnere, nel giardino di casa ha cominciato a fare buche in giardino che lasciavano molto perplessa la madre.
E invece, buco dopo buco, dal nulla è sorta un’opera d’arte di circa 250 metri quadri di estensione, e per di più in continua espansione.
Fra edifici, ponti, tegole, ciottolati, nascono di giorno in giorno nuove realtà.
Migliaia di ore impiegate a realizzare qualcosa in fieri, che chissà quando e se avrà una fine.
Ma la maggiore preoccupazione per Roberto è chi se ne occuperà dopo.
E alla precisa domanda, su questo tema, Scalmana risponde: “Devo pensarci per tempo, senza nessuno che se ne occupa, la mia città si distrugge in un anno. Non è stato facile realizzarla e sono molto soddisfatto del risultato”.