Matteo Renzi interviene sull’Expo di Milano, dicendo che “l’Italia è un Paese forte”.
Anzi, per la precisione, ha tenuto a sottolineare che “pochi credevano possibile il miracolo, ma l’Italia è un Paese forte, solido, autorevole”.
Alla vigilia della chiusura della grande manifestazione internazionale, il Presidente del Consiglio ha così sfoggiato il suo solito ottimismo.
Ma Renzi ha rilevato pure che “questa è un’Italia coraggiosa, che non sfugge alle sfide, ma le affronta e le vince”.
Poi, su Facebook, il Presidente conclude dicendo grazie all’Expo, viva Milano. Ha vinto l’Italia, non il governo.
Probabilmente l’Expo è andata più che bene, ma quanta stantia retorica in queste vecchie parole del Premier.
Frasi come queste sono minestre riscaldate che si trascinano da anni, senza un minimo di autocritica e di pudore.
L’Italia può migliorare, senza dubbio, può essere pure un grande Paese; può tornare a esserlo, ammesso che lo sia mai stata.
Ma deve scrollarsi di dosso quel nichilismo di fondo, quelle incrostazioni ideologiche e culturali che l’hanno frenata nei secoli, e chi si chiamano religione.
Diventare un Paese veramente laico è la condicio sine qua non per essere davvero qualcuno: la competitività, la grandezza, la civiltà, sono inversamente proporzionali al tasso di religiosità di una nazione. Questo è poco ma sicuro.