Fare il giornalista, in questo periodo, è uno dei mestieri più difficili: la libertà di parola e di stampa deve fare i conti con una miriade di ostacoli, dimostrando che non basta sancirla costituzionalmente la “libertà” per garantire effettivamente la libera espressione del proprio pensiero a tutti.
Oggi in Italia si deve fare attenzione a parlare di politica, di religione, di minoranze, e si deve aver paura anche di condurre inchieste sul mondo del calcio, perché il pericolo che si corre è quello di vedersi minacciati neanche troppo velatamente.
Ed è proprio questo che è accaduto a Federico Ruffo, giornalista di Report: una croce con vernice rossa sul muro accanto alla porta di casa e liquido infiammabile in più punti sul pianerottolo dell’appartamento l’avvertimento ricevuto.
Il giornalista è autore di una recente inchiesta per la trasmissione Report su presunti rapporti tra alcuni dirigenti della Juventus, ultrà e ‘ndrangheta. L’episodio si è verificato due notti fa a Ostia.
Il giornalista ha dichiarato che a salvarlo è stato il suo cane che ha abbaiato furiosamente allontanando i malintenzionati. Immediatamente ha denunciato l’accaduto ai carabinieri che ora indagano sulla vicenda.