Lo scrittore Erri De Luca e lo chef Rubio, rubando l’idea dal “caffè sospeso” di Napoli, rilanciano e a Roma propongono “Pasto sospeso”.
Il “caffè sospeso” a Napoli è una bella tradizione: si lascia un caffè pagato al bar per le persone bisognose.
Chi non ha soldi, entra nel bar e chiede di consumare il caffè “sospeso” e in “attesa”.
Da questa bella abitudine partenopea nasce l’idea del “Pasto sospeso” che oggi propone lo spazio sociale autogestito “Casetta Rossa” di Roma, in collaborazione con la Fondazione Erri De Luca.
Il “pasto sospeso” costa 5 euro che si possono donare con bonifico o in contanti. Ovviamente si possono donare anche più pasti. I pasti saranno consumati sia dalle migliaia di profughi che passano per Roma ospitati da Baobab Experience, sia da quanti nella Capitale vivono in condizioni di grande disagio e povertà.
Il primo “Pasto sospeso” è stato servito giovedì 2 febbraio nel cuore della Garbatella. Ai fornelli due “cuochi” eccezionali: lo chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, e lo scrittore Erri De Luca.
L’insolita coppia si è cimentata nella preparazione di un pranzo esotico quasi a sottolineare, anche attraverso la mescolanza di ingredienti che ci arrivano da culture diverse, l’idea d’integrazione.
“Abbiamo preparato una zuppa di legumi e ortaggi, con delle spezie che ricordino i paesi di provenienza degli ospiti del Baobab” – spiega chef Rubio – “È un lancio per qualcosa che esiste già sotto altre forme. Un segnale forte che forse può dare vita ad altro. Questo periodo, utilizzando la metafora del deserto, ci vede sempre più distanti dai nostri concittadini e dalle persone che hanno veramente bisogno. Li abbiamo messi noi in queste condizioni e dobbiamo cercare di rimediare”.
“Spesso il deserto siamo noi”, dice a sua volta Erri De Luca, “Abbiamo la possibilità di offrire l’indispensabile a chi ne è privo. È alla portata di tanta gente. È la circolazione della fraternità”.