Il neo Prefetto Francesco Paolo Tronca indica sei subcommissari al Comune di Roma.
Detto fatto. Il Prefetto dal baciamano facile – al Papa -, ha mantenuto la propria promessa di fare una squadra in tempi rapidi.
I commissari, che non conosce nessuno, sono: Iolanda Rolli, Ugo Traucer, Livio Panini, Clara Vaccaro, Giuseppe Castaldo e Pasqualino Castaldi.
Perfetti sconosciuti, o quasi. D’altro canto non si chiede a questi signori di elaborare grandi strategie, ma di firmare quello che c’è da firmare e attendere serenamente le prossime elezioni dove, si spera, la politica tornerà a fare il proprio sacrosanto corso.
D’altronde, se le cose non hanno funzionato a dovere, la colpa è sempre della politica, che abdica a se stessa consentendo l’elezione di amministratori non eletti, cioè i prefetti.
E così la politica perde sempre più peso, tende a farsi sempre più da parte, surrogata da altri organismi o istituzioni.
Subentrano sempre più spesso magistrati, prefetti, addirittura giornali che dettano le linee politiche e orientano le inchieste. E qualche volta le fanno prima della magistratura.
Insomma, un gran bordello che si fatica a chiamare ancora democrazia. Almeno qui da noi, è così. Forse era meglio la prima Repubblica.
“La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti”.