Le aree periferiche delle città, spesso considerate oasi di tranquillità lontane dal traffico e dal rumore del centro, potrebbero avere un lato oscuro che incide sulla salute. Uno studio condotto dalla prestigiosa McMaster University in Canada e pubblicato sul Journal of Gerontology: Series A (fonte) ha rivelato che vivere in periferia può accelerare l’invecchiamento biologico, soprattutto a livello cellulare.

La ricerca: come il luogo in cui vivi influisce sull’età biologica
Il team di ricercatori ha analizzato i dati di migliaia di cittadini canadesi, confrontando lo stile di vita e il contesto abitativo con marcatori biologici dell’invecchiamento. È emerso che chi vive in periferia presenta cellule biologicamente più vecchie rispetto alla propria età anagrafica, a differenza di chi risiede nei quartieri centrali.
La differenza non è solo fisica, ma anche psicologica e sociale. Gli studiosi sottolineano che il senso di isolamento, la distanza dai servizi essenziali e i lunghi tempi di spostamento influiscono in modo diretto sul benessere mentale e, di conseguenza, sul processo di invecchiamento.
Le cause: periferie meno attrezzate, più stress e meno stimoli
A influire sull’invecchiamento precoce nelle periferie sono diversi fattori, tra cui:
- Scarso accesso a servizi come scuole, strutture sanitarie, negozi e trasporti pubblici.
- Tempi lunghi per raggiungere il luogo di lavoro, spesso accompagnati da traffico e stress.
- Maggiore isolamento sociale e minori opportunità culturali e ricreative.
- Senso di insoddisfazione e complessi di inferiorità, dovuti al confronto con chi vive in aree più centrali e benestanti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (fonte), fattori ambientali e sociali giocano un ruolo fondamentale nel promuovere un invecchiamento sano, sottolineando l’importanza di vivere in un ambiente stimolante, accessibile e sicuro.
L’effetto a lungo termine: l’invecchiamento “incollato” al corpo
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dallo studio è che l’impatto negativo della vita in periferia non scompare facilmente: anche chi si trasferisce in zone più centrali tende a portare con sé le conseguenze dell’ambiente precedente. Questo fenomeno si chiama inerzia dell’invecchiamento e dimostra come gli effetti di un contesto svantaggiato si sedimentino nel corpo nel tempo.
Cosa serve per invertire la rotta?
Gli esperti suggeriscono una serie di interventi per ribilanciare le disparità urbane e promuovere un invecchiamento sano, indipendentemente dal codice postale:
- Migliorare l’accesso ai servizi pubblici e sanitari nelle periferie.
- Investire in infrastrutture, trasporti e aree verdi.
- Creare opportunità di lavoro locali per ridurre gli spostamenti.
- Promuovere iniziative sociali e culturali che rafforzino il senso di comunità.
Queste misure non sono solo auspicabili, ma essenziali per tutelare la salute pubblica e offrire pari opportunità di benessere e longevità a tutti i cittadini.