SEU come si sviluppa: in Puglia colpita una bambina

VEB

La sindrome emolitica uremica, SEU o (HUS) è ​​una condizione che colpisce il sangue e i vasi sanguigni, i risultato è la distruzione delle piastrine del sangue (le cellule coinvolte nella coagulazione), un basso numero di globuli rossi (anemia) e insufficienza renale a causa di danni ai vasi sanguigni molto piccoli dei reni. Anche altri organi, come il cervello o il cuore, possono essere colpiti da danni, l’HUS è considerata una sindrome perché è una combinazione di risultati che possono avere cause diverse. Nella maggior parte dei casi, la SEU si verifica dopo una grave infezione intestinale con alcuni ceppi tossici dei batteri chiamati E. coli. Può anche verificarsi in risposta a determinati farmaci, ma questo è raro. Ancora più raramente, la HUS si verifica per ragioni sconosciute.

La sindrome emolitico-uremica (SEU) è una malattia potenzialmente letale, caratterizzata da trombocitopenia ed anemia emolitica.

Nella sindrome emolitico-uremica si ha una distruzione non immunologica delle piastrine: filamenti composti da fattore di von Willebrand (VWF) o fibrina si depositano diffusamente nei piccoli vasi e danneggiano meccanicamente le piastrine e i globuli rossi che li attraversano.

Al contempo, diversi organi vengono interessati dalla formazione di trombi diffusi, composti da piastrine e fibrina, soprattutto a livello delle giunzioni arteriolo-capillari.

La SEU si può presentare in due forme diverse: la forma Tipica e quella Atipica.

La SEU Tipica è preceduta da diarrea (spesso emorragica ed accompagnata da vomito, pallore, debolezza) ed è causata da un’infezione intestinale. Alcuni ceppi di un battere, l’Escherichia Coli, producono una tossina (vero-citotossina o shiga-tossina) che danneggia la parete intestinale provocando colite emorragica; successivamente la tossina diffonde nel circolo ematico ove si realizza un danno al rivestimento interno della parete dei vasi sanguigni (endotelio), che determina l’aggregazione delle piastrine con conseguente formazione di trombi e ostruzione dei vasi. I principali organi coinvolti sono i reni, il cervello, il fegato, il cuore e l’intestino; ma è nel rene e nel cervello, ove i vasi hanno un calibro piccolissimo (microcircolo), che si realizzano i maggiori danni.

La SEU Atipica (aSEU) rappresenta almeno il 30% dei casi di SEU. Ha solitamente una prognosi più severa di quella tipica, è una malattia molto complessa e spesso evolve verso l’insufficienza renale cronica con necessità di trattamento dialitico.

La SEU in Italia ha un’incidenza di circa 0.8-1 caso per milione/abitanti ogni anno. Colpisce prevalentemente bambini (maggiore incidenza nei bambini di età inferiore a 5 anni) e più raramente adulti, anche se i numeri di questi ultimi sono in importante aumento dovuto alla maggiore capacità di diagnosi.

E proprio in queste ore questa patologia ha mietuto un’altra giovanissima vittima: una bambina di 13 mesi di Lucera (Foggia) è stata ricoverata giovedì scorso in gravi condizioni nell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari ed è deceduta ieri pomeriggio. La notizia del decesso è stata confermata da fonti della direzione ospedaliera.

Subito dopo il ricovero, la Asl di Foggia ha convocato l’Unità di crisi composta dagli specialisti dei Servizi Veterinari, di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e Igiene Pubblica aziendali e avviato accertamenti sugli alimenti assunti negli ultimi dieci giorni, sugli esercizi commerciali nei quali i cibi erano stati acquistati e sull’acqua del mare nei luoghi frequentati dalla famiglia.

La piccola di Lucera è la terza bambina morta a causa della Seu in Puglia, nell’ultimo anno. Nel 2017 i casi segnalati nella regione sono stati sette, due di loro hanno perso la vita, una bambini di due anni originaria di Corato e un’altra di 15 mesi di Altamura.

Eppure, per prevenire il batterio, bastano piccole accortezze. Il cui rischio di contagio cresce con l’aumentare delle temperature.

I medici consigliano di evitare il consumo di carne poco cotta (in particolare trita), latte crudo non pastorizzato e derivati; di fare attenzione al consumo di insaccati, di lavare accuratamente frutta e verdura, acquistare alimenti solo in esercizi autorizzati.

Inoltre, ricordiamo che quando si verificano casi di Seu in comunità scolastiche, o comunque nei luoghi altamente frequentati dai bambini, scrive l’Istituto Superiore di Sanità sul proprio sito web, specialmente scuole materne e asili nido, occorre prestare particolare attenzione ad evitare che l’infezione si trasmetta ad altri bambini. In tali contesti occorre osservare misure di igiene rigide (igiene personale, lavaggio frequente delle mani, cambio di indumenti che siano venuti a contatto con le feci, sanificazione delle superfici) per evitare che l’infezione possa diffondersi.

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