Non si ferma l’orrore in Siria, questa volta militanti che sostengono Al Qaeda hanno filmato con uno smartphone le lacrime, la disperazione e la morte di un ragazzo kamikaze. Il video, ovviamente, è stato subito mandato online.
I carnefici sono gli Jamaat Imam Bukhari, militanti uzbeki che combattono al fianco di Al Quaeda. La vittima è un ragazzo giovanissimo che si chiama Jafar al-Tayyar.
Il ragazzo è stato scelto per una missione kamikaze: deve entrare in un carro armato zeppo di esplosivo e farsi esplodere nel villaggio Fua.
Nel video si vede il ragazzo circondato da “amici” che lo abbracciano e lo salutano per l’ultima volta. Jafar si lascia andare a un pianto dirotto.
Non osiamo pensare che cosa si sia scatenato dentro il suo animo. Paura, terrore, disperazione. Gli altri, gli “amici”, pensano solo a “spettacolarizzare” la morte.
Girano il video, dagli abbracci all’enorme esplosione, con una lucidità disarmante. Disumani al punto da non saper più distinguere dove finisce la finzione e inizia la realtà. Una follia bestiale che riesce a farli convivere con la morte, il sangue, la distruzione, la barbarie.
Non potremo mai capire da che cosa muovano veramente certe azioni. La religione? Gli interessi? L’ignoranza? Non lo sappiamo.
E non capiamo non perché siamo di formazione culturale diversa, ma semplicemente perché siamo essere umani. Esseri umani che credono nella sacralità della vita, quella stessa vita che è negata in Siria da una cruda e aberrante realtà.