Tatuaggi, il “per sempre” invasivo che altera i linfonodi

VEB

I tatuaggi sono “per sempre”, l’intervento è invasivo e l’inchiostro utilizzato, ridotto in nanoparticelle, arriva ai linfonodi alterandone la forma.

Un tatuaggio è per sempre e già questo dovrebbe far riflettere, ma da oggi si aggiunge un elemento in più che i patiti dei tattoo dovrebbero valutare prima di sottoporsi a un intervento doloroso solo per “essere alla moda”: l’inchiostro raggiunge i linfonodi e ne altera il volume.

Questo almeno è il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Scientific Reports eseguita da un gruppo di ricercatori guidati da Ines Schreiver dell’Istituto Federale Tedesco, ESFR.

Pare che alcune minuscole particelle di inchiostro, inferiori a un milionesimo di millimetro, arrivino ai linfonodi, le sentinelle del nostro sistema immunitario, provocandone il rigonfiamento.

È stato possibile osservare il viaggio dalla pelle ai linfonodi di queste minuscole particelle grazie alla luce di sincrotrone prodotta dal Sincrotrone Europeo di Grenoble, il più potente dei microscopi esistente.

Per gli autori dello studio è presto ancora non ci sono elementi sufficienti per dire con certezza se l’inchiostro dei tatuaggi sia dannoso per il sistema immunitario o no. Per ora è stato registrato solo un dato: il rigonfiamento cronico dei linfonodi.

Spiega Gira Castillo-Michel del Centro europeo per la luce di sincrotrone ESFR di Grenoble: “Quando ci si fa un tatuaggio, in genere si presta molta attenzione a dove si fanno rivolgendosi a centri che utilizzano aghi sterili. Tuttavia nessuno controlla la composizione chimica dei colori che oltre a pigmenti organici, contengono sostanze come nichel, cromo, manganese, cobalto e biossido di titanio. Quest’ultimo, dopo il ‘carbon black’, (l’inchiostro nero) è il secondo ingrediente più utilizzato per disegnare tatoo. Si tratta un pigmento bianco che, mescolato con dei coloranti, genera diverse tonalità. È un elemento che viene anche usato negli additivi alimentari, negli schermi solari e nelle vernici”.

E pare siano proprio micro particelle biossido di titanio a penetrare all’interno dei linfonodi. I ricercatori della ESFR, della Ludwig-Maximilians University e del Physikalisch-Technische Bundesanstalt, sono riusciti a osservarle con chiarezza.

“Grazie a delle prove visive – spiega Bernhard Hesse,  uno dei ricercatori del team – sapevamo già che i pigmenti viaggiano dai tatuaggi ai linfonodi. Questi prendono il colore dell’inchiostro, è la risposta del corpo che pulisce il sito di ingresso del tatuaggio. Quello che non sapevamo è che migrano in una forma “nano”, il che implica che non possano avere lo stesso comportamento delle particelle a livello micro. È questo il problema: non sappiamo come reagiscono le nanoparticelle”.

Allora i tatuaggi fanno male sì o no? Secondo Antonio Cristaudo, responsabile della Dermatologia Allergologica dell’Istituto San Gallicano di Roma, questo “studio ha registrato delle alterazioni microscopiche, ma non è detto che provochino lesioni o che portino a malattie”.

Poi il Professor Cristaudo aggiunge: “Di là del caso specifico dei pigmenti di inchiostro, quello delle nanoparticelle è un mondo di cui si sa ancora poco. Per questo è bene essere prudenti. Questo studio ha dimostrato che dai tatuaggi si generano nanoparticelle che possono raggiungere i linfonodi viaggiando nel sangue. Si è visto poi che vanno a ‘colorare’ i linfonodi, causando alterazioni microscopiche. Per dire però se queste ultime siano dannose o meno, cioè se provocano lesioni o malattie, serve una valutazione a distanza di anni. La loro influenza, dopo un anno o trenta dalle punture dell’ago, potrebbe cambiare”.

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