Toyota Mirai spopola in Europa, ma l’Italia dovrà attendere

VEB

La nuova Toyota Mirai è già sul mercato in Giappone, California, Regno Unito, Germania, Danimarca e Belgio, a breve verrà commercializzata anche in Svezia e Norvegia, mentre approderà in Olanda per la fine del 2016.

Nell’attesa di vedere la Mirai tra le strade Nordeuropee, i risultati del test iniziato il 21 settembre e conclusosi il 10 febbraio sono stati più che soddisfacenti: l’auto giapponese ha percorso 100mila chilometri in 107 giorni sulle strade attorno ad Amburgo nel corso dei mesi invernali, la vettura è stata guidata per 16 ore al giorno, con temperature fino a -20 gradi. I suoi serbatoi ad idrogeno sono stati riforniti 400 volte ed un pieno non ha mai richiesto più di tre minuti. Nel test drive non si è verificato neanche un piccolo guasto.

Toyota prevede di vendere 3mila Mirai entro il 2017, per arrivare a 30mila immatricolazioni entro il 2020. Nel frattempo l’auto è stata eletta “World Green Car” del 2016 da una giuria composta da 73 giornalisti del settore provenienti da 23 paesi di tutto il mondo. La Mirai è salita in cima al podio, seguita da altre due automobili, tra cui la “sorella” Toyota Prius, dopo essere stata selezionata da una lista iniziale composta da otto modelli.

Karl Schlicht, EVP Sales & Marketing di Toyota Motor Europe, ha dichiarato: “In qualità di leader indiscusso della tecnologia ibrida, è per noi un grande onore ricevere questo premio, un ulteriore riconoscimento dello straordinario impegno nello sviluppo delle Celle a Combustibile, quella che per noi è diventata la soluzione più sicura e convincente per la mobilità del futuro”.

La nuova Mirai non è ancora disponibile per la vendita in Italia e al momento non è possibile fare previsioni su una possibile data di uscita nel nostro Paese, a causa di un problema dovuto alla mancanza di una rete di distribuzione di idrogeno per autotrazione. Inoltre, un decreto del Ministero dell’Interno del 31 agosto 2006, consente alle poche stazioni presenti su tutto lo Stivale, circa una decina, il rifornimento fino ad una pressione di 350 bar, per motivi legati alla sicurezza antincendio. Una normativa di dieci anni fa, proveniente da studi obsoleti: “basti pensare che l’Italia è l’unico Paese europeo dove tale limite è ancora in vigore”, commentano dalla filiale italiana Toyota.

In Svezia l’idrogeno è già reperibile a Stoccolma, Göteborg e Malmö, ma sono previste altre due aperture, mentre in Norvegia esistono soltanto 5 stazioni di rifornimento per l’idrogeno, ma il Paese prevede di aumentare tale rete a 20 stazioni di rifornimento ad idrogeno entro il 2020.

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