Ieri è caduto un importante anniversario per il cinema italiano, quello della nascita, giusto un secolo fa, di no dei più brillanti e rappresentativi dei suoi artisti, un regista che ha fatto, dietro la macchina da presa, la storia del cinema italiano a partire dal secondo dopoguerra.
A Salò ceto anni fa, l’8 giugno 1916, nasceva Luigi Comencini: figlio di borghesi e cresciuto con un’educazione internazionale (studiò a Parigi e poi architettura al Politecnico di Milano), arrivò al cinema per autentica passione critica dopo qualche tentativo amatoriale nel “passo ridotto”, ovvero i cortometraggi d’epoca.
Comencini ha firmato la regia di pellicole quali Pane, amore e fantasia, Pane, amore e gelosia, Tutti a casa, La ragazza di Bube (dal romanzo di Carlo Cassola), Incompreso, Le avventure di Pinocchio. L’ultimo film è stato Marcellino pane e vino, remake dell’omonimo titolo di Ladislao Vajda.
Aveva 90 anni compiuti quando, una sera, a Roma, si spense nella sua casa.
Ieri sera, proprio nel centesimo anniversario dalla nascita, Sky Cinema Classics, lo ha ricordato con Il compagno Don Camillo in preserale, e in prima serata con la straordinaria storia di riscatto sociale con Gian Maria Volonté e Diego Abatantuono in Un ragazzo di Calabria. In seconda serata L’ingorgo, giornata di ordinaria follia sulla Tangenziale di Roma in compagnia di Alberto Sordi.