Vaccini, il nuovo governo rende la loro obbligatorietà flessibile

VEB

Nonostante siamo in piena estate e molti sono già in vacanza o si preparano a partire, un tema molto dibattuto e controverso è quello relativo ai vaccini, che hanno già tenuto banco nel corso di tutto l’anno.

A settembre, quando i nostri figli torneranno a scuola, basterà una certificazione per dimostrare l’avvenuta somministrazione dei vaccini obbligatori : lo ha annunciato qualche giorno fa il Ministro della Salute, vanificando in una manciata di ore tutto il lavoro fatto dal precedente governo e appoggiato dalla comunità scientifica internazionale.

Ma c’è di più: il governo sta infatti lavorando a un obbligo vaccinale “flessibile”.

«La nuova legge – ha spiegato il ministro della Salute Giulia Grillo – punta sulla gradualità dei meccanismi sanzionatori. L’esclusione scolastica è un provvedimento estremo, che non andava introdotto da un giorno all’altro ma pensato, se mai, come ultimo rimedio al termine di un percorso di pieno coinvolgimento e informazione ai genitori».

dura la critica quindi alla legge Lorenzin, la 119/2017, che ha ripristinato l’obbligo per dieci profilassi, previsto multe per gli inadempienti e deciso l’esclusione da nidi e materne dei bambini da zero a sei anni non in regola. La linea dichiarata da Grillo è di «un razionale buon senso: non fare un decreto che prevede dieci vaccini all’improvviso, quando il giorno prima erano quattro».

Ma come si fa a rendere l’obbligo flessibile, ad ammorbidire le sanzioni e, al contempo, tenere alti i numeri di chi si vaccina? L’obiettivo è coinvolgere di più le famiglie, facendo in modo che vaccinino i figli perché convinte della scelta, e non per l’imposizione dello Stato.

“L’obbligatorietà legata all’esclusione scolastica – ha detto il ministro Grillo ad Agorà Estate – è un atto molto estremo: i Paesi o ce l’hanno da sempre o non la introducono all’improvviso. Ciò che il Parlamento farà sarà affrontare come proporre alla popolazione le vaccinazioni, se con metodo di obbligatorietà o con quello di raccomandazione, o se con un metodo che secondo me è il più intelligente, flessibile, sulla base dei dati epidemiologici e con un’obbligatorietà che non sia necessariamente l’esclusione dalla scuola e con un processo di informazione importante da sottoporre ai genitori”.

Intanto continua la sua battaglia  il professor Roberto Burioni, medico, accademico e divulgatore scientifico italiano, attivo come ricercatore nel campo relativo allo sviluppo di anticorpi monoclonali umani contro agenti infettivi, che in una recente intervista alla Consul Press è tornato a schierarsi contro le decisioni del governo.

Burioni, in particolar modo, è assolutamente contrario alla presentazione delle autocertificazioni per attestare l’avvenuta vaccinazione:  “sono stupito del fatto che se vado in palestra devo presentare un certificato medico che attesti il mio sano stato di salute, mentre per i bambini che andranno all’asilo il prossimo anno non c’è alcun obbligo sui vaccini. Se l’iniziativa del Ministero è vista come una semplificazione alle procedure burocratiche sulle vaccinazioni, va bene, altrimenti non sono favorevole. Inoltre aggiunge, se la coperture vaccinali dovessero diminuire, tutta la comunità sarebbe in grave pericolo. Non dobbiamo consentire di mettere in pericolo la nostra salute e quella dei bambini. Nessuna libertà di scelta in tema di vaccinazioni”.

Ed ancora una volta, nonostante lo si ripeta da anni, l’esperto ha ripetuto l’assenza di legami tra autismo e vaccini, che spinge tantissimi a decide di non vaccinare i propri figli: “non c’è nessun rapporto tra autismo e vaccini, non sono collegati e non ci sono prove scientifiche che dimostrano il contrario. I vaccini non causano l’autismo, il motivo per cui tanti genitori pensano che l’autismo sia dovuto al vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia (detto MPR) è legato al fatto che il vaccino MPR si somministra a 13-15 mesi e solitamente i segni e i sintomi dell’autismo diventano evidenti intorno ai 18 mesi: questo porta i genitori dei bambini autistici a scambiare per rapporto causa-effetto quella che è solo una coincidenza. In realtà le cause dell’autismo sono genetiche come dimostrato per esempio dal fatto che un bambino che ha un fratello autistico ha 20 volte più probabilità di essere anche lui affetto da questa condizione clinica”.

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