Vaccini obbligatori, la Regione Veneto impugna il provvedimento

VEB

La Regione Veneto del governatore Zaia impugna davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento che ha sancito l’obbligatorietà dei vaccini.

Prosegue senza esclusione di colpi la battaglia contro il sistema dei vaccini impiantato dal Ministero della Salute.

Come noto il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha reso obbligatoria la vaccinazione dei bambini per diverse tipologie di malattie.

Senza queste vaccinazioni, il bambino non può essere ammesso nelle scuole.

I dirigenti scolastici hanno l’obbligo di riferire le irregolarità riscontrate, e diventano così responsabili anche per eventuali problematiche che dovessero presentarsi inseguito alla diffusione di malattie negli ambienti scolastici dovute alla mancata osservanza dell’obbligo di vaccinazione.

C’è da dire che si tratta in realtà di vaccinare i bambini in maniera flessibile, sulla scorta di un monitoraggio costante annuale sulla diffusione di malattie ed eventuali epidemie, tenuto conto ovviamente della percentuale di rischio che si riscontra.

Ideologicamente contrario al sistema delle vaccinazioni era, come noto, Beppe Grillo, il quale ha però, come spesso fa, ammorbidito negli ultimi tempi la propria posizione, nella coscienza che la superficialità e l’antiscientificità della sua presa di posizione, avrebbe potuto portare problemi non indifferenti a chi lo segue in maniera più o meno pedante su questi comportamenti.

Ma adesso la Regione Veneto ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il decreto governativo sull’obbligatorietà dei vaccini.

Come noto, la Corte è deputata a decidere sui conflitti insorti fra Stato e Regioni su queste materie.

Dice il Governatore Zaia in un post su Facebook: “Abbiamo dato mandato alla nostra avvocatura, che si avvale di tecnici e di professionisti di indubbia professionalità, di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento del Governo”.

“Non lo facciamo contro i vaccini. Incontro mamme che sono preoccupate perché dicono che 12 vaccini nel corpicino dei loro bimbi sembrano un’esagerazione. È una roba solo italiana. Io penso che l’obbligatorietà non risolve i problemi di dialogo con le famiglie”.

“La posizione della Regione – aggiunge  Zaia – è non mettere in discussione che cosa rappresentano i vaccini per la salute umana, ma sicuramente mettere in discussione alcuni aspetti di questo decreto. Mi rifiuto di iniziare una guerra con i cittadini”.

Ma nel frattempo, dal canto suo, Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, precisa: “Nel Veneto la scelta alle famiglie è stata data dal 2007, ma questo sistema non è riuscito a impedire un livello insoddisfacente di copertura proprio sulle vaccinazioni obbligatorie, che è infatti inferiore di oltre un punto alla media nazionale”.

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