Nelle sale del Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli” di Pontedera il 21 aprile apre i battenti la mostra “Un’avventura lunga 70 anni” dedicata alla evergreen Vespa Piaggio.
Il brevetto della mitica Vespa fu depositato a Firenze esattamente il 23 aprile 1946.
Nella richiesta di brevetto era scritto: “per una motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”.
La moto all’epoca costava 55 mila lire il modello base e 61 mila lire il lusso. Il motore era 98 cc e i cavalli tre.
La Vespa di sicuro negli anni 50 diventò “l’evento” industriale. Ben presto la due ruote italiana cominciò a essere prodotta in altri Paesi. Inizialmente in Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna.
Ma dopo che da Pontedera uscì l’esemplare numero 500mila, la Vespa fu prodotta da 13 nazioni e commercializzata in 114 in tutto il mondo. Era l’anno 1953.
Nel 1956 fu festeggiato il milionesimo esemplare e nel 1957 la Russia sovietica cominciò a produrre un’imitazione perfetta (quasi): la Viatka 150.
Nel 1960 si raggiunsero i due milioni di unità. Nel 1970 si raggiunsero i quattro milioni e nel 1988 si arrivò a quota 10.
Oggi si producono 18 milioni di esemplari. Una cifra da record a dimostrazione la mitica vespa è stata e rimane un fenomeno industriale unico nel settore delle moto.
Nel Museo Piaggio insieme alla Vespa si potranno ripercorrere 70 anni della storia Italiana. 70 anni che si rivivono attraverso i vari modelli di Vespa, l’indimenticato Ciao, l’Ape in tutte le sue evoluzioni e persino la motrice ferroviaria M2.54, i motori di aviazione degli anni 30, la Gilera e gli scooter di ultima generazione.
E non manca la chicca finale: l’originale Vespa 946 rivisitata nel look da Armani.
