Il WWF parla della minaccia delle trivelle sui siti protetti e considerati patrimonio naturale.
Un terzo di questi sono a rischio a causa di operazioni minerarie di devastazione del territorio o trivellazioni sconsiderate.
Tra l’altro, le aree sono passate dal 24% del 2014 al 31% del 2015. Un incremento davvero notevole in un anno.
A rischio, per esempio, è la famosa grande barriera corallina australiana, uno straordinario, incredibile ecosistema che si estende per centinaia e centinaia di chilometri a est dell’Australia.
Questo ecosistema unico è considerato estremamente fragile da un punto di vista ambientale e della conservazione.
Un altro esempio può essere l’Africa, dove il 60% delle riserve sono ormai minacciate dall’industria.
Spesso le operazioni previste sono ad alto impatto ambientale, ma i relativi permessi sono rilasciati dalle autorità con estrema facilità. Basta pagare. Come in Italia, d’altro canto.
Preso atto di tutto questo, il WWF ha invitato molti governi a creare delle zone, all’interno dei parchi naturali, completamente interdette a ogni tipo di attività che preveda escavazioni, trivellazioni e simili.
Il Direttore della ONG, David Nussbaum, ha dichiarato che “stiamo andando fino agli estremi confini della Terra per accaparrarci risorse che stanno diventando sempre più difficili da estrarre”.