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Minare Criptovalute in Italia nel 2025: Un Lusso per Pochi o un Salto nel Vuoto?

Angela Gemito Set 14, 2025

Minare criptovalute nel 2025 in Italia è un’impresa che rasenta l’azzardo, una scommessa complessa dove i costi rischiano seriamente di superare i guadagni. L’entusiasmo pionieristico dei primi anni ha lasciato il passo a una realtà molto più pragmatica, dominata da costi energetici proibitivi, una concorrenza globale agguerrita e una fiscalità sempre più attenta. Se stai pensando di avviare un’attività di mining domestico, è fondamentale analizzare con lucidità ogni singola variabile in gioco.

L’ostacolo principale, quasi insormontabile per il miner casalingo italiano, è il costo dell’energia elettrica. Con tariffe tra le più alte d’Europa, che si attestano mediamente tra 0,25 e 0,30 euro per kWh, sostenere il consumo incessante di un rig di mining diventa una vera e propria emorragia finanziaria. Un moderno ASIC per Bitcoin, come il Bitmain Antminer S21, consuma circa 3500W. Lasciandolo in funzione 24 ore su 24, il costo giornaliero può facilmente superare i 25 euro, traducendosi in una spesa mensile di oltre 750 euro, solo di corrente.

Un rig per il mining di criptovalute spento e coperto di polvere con una bolletta della luce italiana

L’Equazione della Profittabilità: Un Calcolo Spesso in Rosso

Per determinare se conviene minare criptovalute oggi, è necessario considerare un’equazione complessa che include:

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  • Costo dell’hardware: Un ASIC di ultima generazione può costare dai 3.000 ai 10.000 euro. Le schede video (GPU), sebbene più versatili per minare altcoin, hanno anch’esse prezzi importanti, specialmente i modelli di fascia alta.
  • Hash Rate: La potenza di calcolo del tuo hardware.
  • Difficoltà di Mining: Un valore che indica quanto sia difficile risolvere il blocco e ottenere la ricompensa. Aumenta con l’aumentare dei miner nella rete.
  • Ricompensa del Blocco (Block Reward): La quantità di criptovaluta ottenuta per aver minato un blocco. Questo valore si dimezza periodicamente in eventi noti come “halving”.
  • Prezzo della Criptovaluta: Estremamente volatile e imprevedibile.
  • Costo dell’Energia: Come già sottolineato, il fattore più critico in Italia.
  • Tassazione: Un elemento non più trascurabile.

Un esempio pratico può chiarire la situazione. Ipotizziamo di minare Bitcoin con un Antminer S21. Anche nei giorni più fortunati, con un prezzo del Bitcoin favorevole, il guadagno lordo giornaliero potrebbe aggirarsi intorno ai 15-20 euro. Sottraendo i circa 25 euro di costi energetici, il risultato è già in perdita, senza nemmeno aver considerato l’ammortamento dell’hardware e le tasse.

La Stretta Fiscale del 2025: Un Nuovo Ostacolo per i Miner

A partire dal 1° gennaio 2025, la normativa fiscale italiana ha introdotto novità significative per il mondo delle cripto-attività. I redditi derivanti dall’attività di mining sono considerati redditi diversi e soggetti a un’imposta sostitutiva del 26%. La novità più rilevante è l’abolizione della franchigia di 2.000 euro: ora qualsiasi guadagno, a partire dal primo euro, è soggetto a tassazione. Questo significa che il 26% del valore in euro della criptovaluta minata al momento della sua ricezione deve essere versato allo Stato, indipendentemente dal fatto che venga poi venduta o meno. Questa imposta si aggiunge ai costi operativi, erodendo ulteriormente ogni potenziale margine di profitto.

Esistono Alternative al Bitcoin?

Se minare Bitcoin in Italia è quasi un’utopia, la situazione per le altcoin, ovvero le criptovalute alternative, è leggermente diversa ma non per questo facile. Alcune monete, come Kaspa (KAS), Ergo (ERG) o Ravencoin (RVN), sono state progettate per essere “ASIC-resistant”, ovvero minabili in modo più efficiente con le comuni schede video (GPU).

Tuttavia, anche in questo caso, la profittabilità è tutt’altro che garantita. La competizione è alta, i valori di queste monete sono spesso ancora più volatili di quello del Bitcoin e il consumo energetico, seppur inferiore a quello degli ASIC, rimane un fattore di costo determinante. Prima di investire in un rig basato su GPU, è essenziale utilizzare dei calcolatori di profittabilità online (come WhatToMine o CryptoCompare), inserendo dati realistici sul costo dell’energia e dell’hardware.

L’Impatto Ambientale e le Alternative Sostenibili

Non si può ignorare il pesante impatto ambientale del mining basato su Proof-of-Work (PoW), l’algoritmo di consenso utilizzato da Bitcoin e molte altre criptovalute. L’enorme consumo energetico globale ha sollevato forti critiche e spinto l’industria a cercare soluzioni più sostenibili.

Esistono alternative al mining tradizionale che permettono di ottenere ricompense in criptovaluta con un impatto ambientale e costi energetici drasticamente inferiori. La più nota è lo staking, basato sull’algoritmo di Proof-of-Stake (PoS). Invece di utilizzare potenza di calcolo, si “bloccano” una certa quantità di token in un wallet per contribuire alla sicurezza della rete, ricevendo in cambio delle ricompense. Criptovalute come Ethereum (dopo il “Merge”), Cardano e Solana utilizzano questo sistema.

In definitiva, per la stragrande maggioranza delle persone, avviare un’attività di mining di criptovalute in Italia nel 2025 non è una scelta economicamente conveniente. I costi energetici, l’investimento iniziale in hardware e la nuova pressione fiscale rendono quasi impossibile generare un profitto. Esplorare alternative come lo staking o l’investimento diretto, dopo un’attenta valutazione dei rischi, potrebbe rappresentare una via più sensata per entrare nel mondo delle criptovalute.


FAQ – Domande Frequenti sul Mining di Criptovalute

È ancora possibile minare criptovalute dal proprio PC di casa? Tecnicamente sì, ma è altamente improbabile che sia profittevole. L’hardware dei comuni PC non è in grado di competere con le macchine specializzate (ASIC e rig di GPU). Il costo dell’elettricità supererebbe di gran lunga il valore delle frazioni di criptovaluta che si potrebbero ottenere.

Quali sono i principali rischi del mining di criptovalute? I rischi principali sono la perdita economica dovuta agli alti costi operativi e alla volatilità dei prezzi delle crypto, l’obsolescenza rapida dell’hardware che richiede continui investimenti e i possibili cambiamenti normativi e fiscali che possono impattare negativamente sulla redditività dell’attività.

Cos’è una “mining pool” e conviene usarla? Una mining pool è un gruppo di miner che uniscono la loro potenza di calcolo per aumentare le probabilità di risolvere un blocco e ottenere la ricompensa, che viene poi divisa tra i partecipanti. Per i piccoli miner, è l’unico modo per avere una possibilità di guadagno, seppur minimo e costante.

Come vengono tassati i guadagni da mining in Italia nel 2025? I proventi del mining sono considerati “redditi diversi”. A partire dal 2025, sono soggetti a un’imposta del 26% sul valore in euro della criptovaluta al momento della ricezione, senza alcuna franchigia. La tassazione si applica a prescindere dalla successiva vendita della criptovaluta.

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Angela Gemito

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Tags: criptovalute

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