Un rivoluzionario studio condotto dalla Stanford University School of Medicine ha dimostrato che l’età biologica del cervello può essere un forte indicatore della salute futura. Grazie a un nuovo test del sangue basato sull’analisi delle proteine, è possibile stimare l’età reale degli organi interni, anticipare il rischio di malattie croniche e monitorare l’invecchiamento in modo personalizzato.

Un test del sangue per stimare l’età degli organi
Il test sviluppato dai ricercatori americani si basa sull’analisi di quasi 3.000 proteine presenti nel sangue. Studiando la loro composizione, gli scienziati sono riusciti a determinare l’età biologica di 11 organi vitali, tra cui cuore, polmoni, fegato, reni e cervello.
Lo studio in numeri:
- Oltre 44.000 partecipanti monitorati tra i 40 e i 70 anni
- 17 anni di raccolta dati clinici e campioni ematici
- Algoritmo in grado di classificare ogni organo come “giovane”, “nella norma” o “invecchiato”
I risultati, pubblicati su Nature, mostrano che 1 persona su 3 presenta almeno un organo con età biologica diversa da quella cronologica, e 1 su 4 ha più organi “invecchiati”.
Il cuore biologicamente anziano si è rivelato legato a un maggiore rischio di fibrillazione atriale, mentre polmoni più vecchi indicano una maggiore probabilità di sviluppare BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva).
Il cervello biologico come predittore di longevità
Il dato più rilevante riguarda il cervello. Secondo i ricercatori, un’età cerebrale più avanzata rispetto all’età anagrafica è strettamente correlata a un aumento del rischio di mortalità entro i successivi 15 anni.
“Chi presenta un cervello biologicamente più giovane ha statisticamente meno probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative, incluso il morbo di Alzheimer,” affermano gli autori.
Questo approccio apre nuovi scenari per la medicina preventiva, permettendo di intervenire prima che compaiano sintomi clinici. Il test, infatti, potrebbe diventare un alleato strategico per personalizzare le strategie di longevità attiva, dalla dieta all’attività fisica, fino al trattamento farmacologico.
Conclusione
La possibilità di misurare l’età biologica degli organi, e in particolare del cervello, rappresenta un passo decisivo verso una medicina più predittiva e personalizzata. Identificare precocemente i soggetti a rischio significa poter intervenire in tempo per prolungare la salute e la vita attiva.
Per approfondire:
- Nature – Blood proteomic age and organ-specific aging
- Stanford Medicine – Brain aging and longevity
- NIH – Biological Age vs Chronological Age
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