Non giriamoci intorno: investire soldi per guadagnare senza rischiare non è possibile nel mondo reale. Chi promette rendimenti elevati con zero rischio non sta offrendo un investimento, ma una chimera. Ogni forma di investimento comporta un certo livello di incertezza, anche se esistono strumenti che minimizzano drasticamente le possibilità di perdita del capitale.
Il vero obiettivo di chi cerca la massima sicurezza è preservare il potere d’acquisto del proprio denaro, specialmente in un contesto di inflazione. Lasciare i soldi fermi sul conto corrente, infatti, non li espone al rischio di mercato, ma li condanna a perdere valore: se l’inflazione è al 5% (come è successo in certi periodi recenti), 10.000 euro tenuti inattivi varranno l’equivalente di 9.500 euro dopo un anno. Questo è il rischio più grande per un risparmiatore prudente.

Ecco tre categorie di strumenti finanziari che offrono il compromesso più vicino al “guadagno sicuro”, pur ammettendo un rischio residuale:
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1. Titoli di Stato e Buoni Fruttiferi Postali: La Garanzia Soberana
Quando si parla di sicurezza, il pensiero va subito ai titoli di debito emessi da uno Stato solido.
- Buoni Fruttiferi Postali (BFP) e Libretti di Risparmio Postale: Sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e garantiti dallo Stato italiano. Offrono il grande vantaggio di non poter scendere sotto il valore nominale investito: a scadenza, la restituzione del capitale è sempre assicurata. I rendimenti sono di solito contenuti, ma superiori a quelli di un conto corrente, e sono ideali per obiettivi di medio-lungo periodo.
- Titoli di Stato (BOT, BTP): I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono strumenti a basso rischio, soprattutto se tenuti fino a scadenza, poiché garantiscono il rimborso del capitale. Il rischio principale è il cosiddetto rischio emittente (il default dello Stato, molto remoto per l’Italia) e il rischio tasso d’interesse, ovvero la fluttuazione del prezzo se si decide di venderli prima della scadenza. Ad esempio, i BTP Italia sono indicizzati all’inflazione nazionale, offrendo una protezione diretta contro la perdita di potere d’acquisto.
2. Conti Deposito e Certificati di Deposito: La Liquidità Remunerata
Questi sono tra gli strumenti preferiti per chi vuole remunerare la liquidità con il massimo della protezione.
- Conti Deposito: Permettono di vincolare una somma per un periodo prestabilito (es. 12, 24, 36 mesi) in cambio di un tasso d’interesse. Sono considerati molto sicuri perché, fino a 100.000 euro per depositante, il capitale è garantito dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). È fondamentale confrontare le offerte: a volte un vincolo di 18 mesi può offrire un tasso annuo lordo (es. 3-4%) decisamente più interessante di un conto corrente tradizionale.
- Certificati di Deposito: Simili ai conti deposito, ma sono titoli di credito emessi dalla banca e hanno una scadenza fissa. Offrono un rendimento prestabilito e sono anch’essi coperti dal FITD entro i 100.000 euro.
3. Polizze Vita Ramo I e Certificati a Capitale Protetto
Per un livello di sicurezza elevato unito a un potenziale di rendimento leggermente superiore, si possono considerare:
- Polizze Vita di Ramo I: Queste polizze sono legate a una “Gestione Separata”, un fondo interno alla compagnia assicurativa composto prevalentemente da Titoli di Stato e obbligazioni a basso rischio. Offrono la garanzia di restituzione del capitale investito a scadenza (o in caso di premorienza). Il rendimento è generalmente stabile e costante.
- Certificati a Capitale Protetto/Garantito: Sono strumenti finanziari complessi emessi da banche che, attraverso una particolare costruzione, garantiscono la restituzione di una parte (es. il 90-100%) del capitale a scadenza, offrendo al contempo una partecipazione (limitata) ai potenziali rialzi di un indice o di un paniere di azioni. È essenziale leggere attentamente il prospetto informativo per capire le condizioni e il rischio emittente.
La Regola d’Oro: Diversificazione e Orizzonte Temporale
Non esiste un investimento privo di rischi, ma esiste un modo per gestirli: la diversificazione è la chiave di volta di ogni strategia finanziaria prudente. Non concentrare tutto su un unico strumento, ma suddividi il capitale tra diverse opzioni a basso rischio (es. una parte in BTP, una parte in Conto Deposito, una riserva sul conto corrente) per mitigare gli imprevisti.
Inoltre, l’orizzonte temporale è cruciale: più è lungo (10-15 anni), più l’effetto dell’interesse composto può compensare l’inflazione e smorzare le fluttuazioni di mercato, rendendo anche strumenti leggermente più rischiosi (come gli ETF diversificati) una scelta più sicura nel lungo periodo. Come ha ricordato il leggendario investitore Warren Buffett, “Il rischio deriva dal non sapere cosa si sta facendo.”
Domande Frequenti
Cosa si intende esattamente per “rischio inflazione”? Il rischio inflazione è la perdita progressiva del potere d’acquisto del denaro fermo. Se i prezzi al consumo salgono del 3% all’anno, la stessa cifra sul conto corrente potrà acquistare il 3% in meno di beni e servizi. Strumenti come i Conti Deposito o i BTP Italia mirano a offrire un rendimento che possa contrastare o superare questo tasso di erosione.
Gli investimenti a capitale garantito sono totalmente sicuri? La garanzia di capitale significa che l’emittente (banca o assicurazione) si impegna a restituire almeno la somma investita alla scadenza. Tuttavia, questa garanzia è solida quanto lo è l’emittente stesso (rischio emittente). Per depositi bancari fino a 100.000 euro, il FITD fornisce un livello di sicurezza molto elevato in caso di fallimento della banca.
È meglio un Conto Deposito Vincolato o Svincolabile? Dipende dalle tue esigenze di liquidità. Un conto vincolato offre generalmente un tasso di interesse più alto perché ti impegni a non toccare i soldi per un periodo definito. Uno svincolabile ti permette di prelevare in qualsiasi momento, ma spesso a scapito di un rendimento inferiore o con la perdita degli interessi maturati.
Qual è la tassazione sugli strumenti a basso rischio in Italia? In Italia, la tassazione sui rendimenti degli strumenti finanziari è generalmente al 26%. Fanno eccezione i Titoli di Stato italiani e di alcuni Paesi della white list, i cui rendimenti godono di un’aliquota agevolata al 12,50%. Questa differenza fiscale è un fattore importante da considerare quando si confrontano i rendimenti netti.
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