Un astronomo prevede che entro il 2036 potremmo rilevare segnali da civiltà aliene intelligenti. Nonostante le lunghe ricerche senza successo di prove definitive di vita extraterrestre, l’ottimismo rimane.
Seth Shostak, un astronomo di 80 anni, in una recente intervista, ha espresso fiducia che i progressi continui nell’hardware, specialmente nei computer, potrebbero portarci a captare tali segnali nei prossimi due decenni. Tuttavia, anche se ciò avvenisse, Shostak avverte che non equivarrebbe a una comunicazione diretta dato che lo scambio di messaggi con civiltà situate a migliaia di anni luce di distanza sarebbe estremamente lento.
Shostak enfatizza l’importanza della preparazione e della cooperazione internazionale per analizzare qualsiasi segnale rilevato e per confermare la sua origine extraterrestre prima di considerare una risposta. È interessante notare che, secondo lui, potremmo ricevere una risposta ai messaggi inviati dalla NASA con la navicella Pioneer 10 nel 1972 entro la fine di questo decennio.
Jackie Farty, un altro astronomo, del American Museum of Natural History di New York, suggerisce che le civiltà extraterrestri potrebbero già osservarci come un pianeta di transito potenziale. Le aspettative per la scoperta di vita al di fuori della Terra continuano a ispirare molti, sostenute dalla persistente ricerca in questo campo.
Riguardo al contesto storico della ricerca di vita extraterrestre, il progetto SETI è in corso dagli anni ’60 senza risultati conclusivi. La navicella spaziale Pioneer 10 porta con sé una targa che mostra figure umane e un diagramma della nostra posizione nel sistema solare.
In aggiunta, nel 2017 sono stati scoperti sette esopianeti attorno alla stella TRAPPIST-1, con tre potenzialmente abitabili. Nel 2020, è stata rilevata fosfina nell’atmosfera di Venere, sollevando speculazioni su possibili forme di vita, anche se studi successivi hanno messo in dubbio questa ipotesi.
