Ludopatia, una piaga che manda in fumo milioni di euro anche in Italia

VEB

Sport, casinò (di cui fanno parte le slot-machines), bingo, poker, lotterie istantanee: sono una miriade le tentazioni che un amante del gioco deve fronteggiare ogni giorno, e purtroppo sono sempre più coloro che scelgono di cedere, sperperando denaro e non solo.

Il giocatore che diventa compulsivo non è infatti semplicemente uno che ha un vizio ma è una persona malata che va seguita, compresa e curata.

Come spiega chiaramente il sito del Ministero della Salute, la ludopatia è “l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze”.

Si tratta di una condizione di notevole gravità che può arrivare a compromettere in modo molto serio la qualità della vita di una persona e quella dei suoi familiari: non sono rari i casi di tracolli finanziari, divorzio, perdita del posto di lavoro, dipendenza da sostanze stupefacenti legati alla ludopatia.

Il giocatore affetto da ludopatia tende ad aumentare non solo la frequenza delle giocate, ma anche il tempo di gioco e la somma complessivamente spesa con l’obiettivo di cercare, con eccessivo accanimento, di recuperare le perdite.

Di conseguenza, il giocatore d’azzardo che è affetto da ludopatia tenderà poi a giocare somme superiori a quelle che sono le proprie disponibilità economiche, ed andrà a trascurare quelli che sono gli impegni di vita quotidiana a partire da quelli familiari e lavorativi.

Quando gioca, il soggetto appare completamente assorbito, si estranea da tutto ciò che lo circonda. Quando tenta di ridurre o interrompere il gioco, manifesta uno stato di irrequietezza e irritabilità: il “fenomeno dell’astinenza.

Per rendere l’idea di come questa sia una vera e propria patologia, il DDL 158 del 13 settembre 2012 (articolo 5) ha inserito la ludopatia nei Lea (Livelli essenziali di assistenza, ovvero l’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il SSN eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza) in riferimento alle prestazioni di prevenzione, trattamento e riabilitazione destinati a coloro che sono affetti da ludopatia.

Sono tanti i fattori di rischio che possono portare un giocatore ad essere più predisposto alla ludopatia. Questo accade, in particolare, quando già il soggetto soffre di altri disturbi o patologie psichiatriche che spaziano dalla depressione all’ansia e passando per l’alcolismo, il consumo di stupefacenti, i disturbi della personalità e dell’attenzione.

In generale sono più a rischio di ludopatia i giocatori dai 20 ai 50 anni, prevalentemente di sesso maschile ed a livello comportamentale nella vita quotidiana tendono ad annoiarsi in fretta e nello stesso manifestano ed ostentano uno spirito che è altamente competitivo.

Un fenomeno ancora troppo sottovalutato ma che rasenta l’allarme sociale: secondo i dati dei Monopoli di Stato rielaborati dall’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, nel 2017 gli italiani hanno speso complessivamente, tra slot machine, gratta e vinci e gaming online, oltre 100 miliardi di euro.

Per fortuna, ad oggi, la ludopatia è solo all’8° posto tra le principali dipendenze in Italia. Secondo l’ultimo rapporto del Cnr infatti, nel 2017 i giocatori problematici sono stati circa 400mila, vale a dire circa l’1% della popolazione adulta italiana.

Un’indagine della Caritas sul consumo e la conoscenza del gioco d’azzardo su un campione di 1.600 giovani delle parrocchie o delle scuole ha però chiarito come questo fenomeno sia sempre più dilagante anche tra i giovani.

Secondo lo studio ‘Adolescenti e azzardo: cresceranno dipendenti?’ – presentato insieme con l’ospedale Bambino Gesù – ad avvicinare i giovanissimi al gioco sarebbe la pubblicità veicolata attraverso televisione, internet o bar-tabacchi e lo strumento più utilizzato per giocare è lo smartphone.

Sempre secondo l’indagine, quasi tutti gli intervistati conoscono i giochi d’azzardo: in particolare i ragazzi conoscono gratta e vinci (94,8%), lotto e Superenalotto (90%), lotterie (89%), scommesse sportive (86,8%), slot machine (86,8%) e il bingo (84,1%).

Compito dello Stato è quello di limitare il fenomeno, o comunque regolamentarlo in modo più rigido.

Proprio di recente il Consiglio di Stato ha stabilito, ad esempio, che è legittimo per il regolamento del Comune di limitare gli orari di funzionamento delle slot machine.

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