Tutti sogniamo, è un dato di fatto confermato da decenni di neuroscienze. Passiamo circa due ore ogni notte immersi in mondi onirici, eppure, per la maggior parte di noi, il risveglio porta con sé una strana amnesia: i sogni sfumano come nebbia al sole, lasciando a volte solo una vaga eco emotiva. Perché la nostra mente produce storie così vivide per poi cancellarle quasi istantaneamente? La risposta, che oscilla tra neurologia e psicologia, è affascinante.

I Meccanismi Neurologici dell’Oblio Onirico
L’ipotesi scientifica più accreditata riguarda l’attività cerebrale durante il sonno, in particolare nella fase REM (Rapid Eye Movement), momento in cui l’attività onirica è più intensa e complessa.
1. L’Ippocampo in “Modalità Riposo”
La chiave di lettura risiede nell’ippocampo, la regione del cervello essenziale per il consolidamento della memoria a lungo termine. Durante la veglia, l’ippocampo è iperattivo nell’archiviare esperienze e informazioni. Di notte, specialmente nella fase REM, il suo funzionamento si riduce in modo significativo.
- Sogni e Spiritualità: l’AI svela un legame profondo e ritardato
- Il Mistero del “Mondo dei Centri Commerciali”: Sogni Collettivi e Subconscio
- Le Affascinanti Verità sui Sogni che Non Ti Aspetti
Questo rallentamento dell’ippocampo è cruciale: impedisce ai contenuti onirici di essere sottoposti al normale processo di memorizzazione che avviene per le esperienze della veglia. I sogni sono, in un certo senso, come una chat effimera che il cervello non è attrezzato per salvare permanentemente in quel momento.
2. Il Ruolo della Corteccia Prefrontale e dei Neurotrasmettitori
A contribuire all’amnesia onirica c’è anche la corteccia prefrontale, l’area associata al pensiero logico, razionale e alla memoria conscia. Durante il sonno REM, anche questa regione riduce notevolmente la sua attività. Questo spiega perché i sogni sono spesso così surreali, privi di coerenza logica e temporale. La mancanza di un’analisi consapevole in tempo reale rende la narrazione onirica più difficile da catalogare e ricordare per il cervello sveglio.
Inoltre, i neurotrasmettitori essenziali per il consolidamento dei ricordi, come la serotonina e la norepinefrina, vedono la loro concentrazione diminuire durante il sonno REM. Questa “chimica dell’oblio” supporta l’idea che il cervello stia attivamente sopprimendo la memorizzazione di quelle informazioni oniriche percepite come non pertinenti alla realtà.
Uno studio del 2017 condotto da ricercatori del CERSM in Francia e pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience ha evidenziato come le persone che ricordano spesso i sogni mostrino una maggiore attività nella giunzione temporo-parietale (coinvolta nell’orientamento dell’attenzione) sia durante il sonno che durante la veglia, suggerendo che ricordare i sogni dipende da una maggiore reattività agli stimoli esterni anche durante il riposo.
2. Una Funzione di Pulizia: L’Oblio Selettivo
Esiste un’ulteriore teoria affascinante, supportata da alcune ricerche sui topi (come quelle svolte da un team di ricerca in Italia e Canada), che suggerisce che l’oblio dei sogni non sia un mero fallimento della memoria, ma una funzione attiva e necessaria del cervello.
Durante la fase REM, il cervello potrebbe non solo non memorizzare i sogni, ma impegnarsi in un vero e proprio processo di “pulizia” per liberarsi dai dati considerati superflui. In questo senso, dimenticare i sogni serve a rendere più efficiente l’archiviazione delle informazioni realmente importanti acquisite durante la giornata. È un meccanismo di eliminazione selettiva per evitare un sovraccarico di dati nella memoria a lungo termine, lasciando spazio per l’apprendimento e i ricordi della veglia.
3. Fattori che Influenzano il Ricordo Onirico
Se la maggior parte delle persone dimentica i sogni, è anche vero che alcuni li ricordano con sorprendente chiarezza, o lo fanno più spesso di altri. La scienza identifica diversi fattori che modificano la capacità di ricordare i sogni:
- Il Risveglio: Svegliarsi durante o immediatamente dopo la fase REM aumenta drasticamente la probabilità di ricordare il sogno. Se il risveglio è graduale, il ricordo svanisce in pochi minuti (si stima che il 90% dei sogni venga dimenticato entro 10 minuti dal risveglio).
- La Frequenza del Risveglio Notturno: Chi ha più micro-risvegli notturni (anche non percepiti consapevolmente) tende a ricordare più frammenti onirici.
- Abitudini e Intenzionalità: I ricercatori hanno osservato che l’intenzionalità gioca un ruolo: le persone che si concentrano sull’esperienza onirica appena sveglie o che tengono un diario dei sogni tendono a migliorare la loro capacità di richiamo. La semplice abitudine di annotare i sogni sul comodino ne facilita il consolidamento.
- Fattori Genetici e Neurologici: Studi più recenti suggeriscono che anche una predisposizione genetica o un particolare schema di onde cerebrali (ad esempio, la presenza di onde theta nella corteccia frontale durante la REM, come ipotizzato in alcune ricerche) possano rendere alcuni soggetti più propensi a ricordare vividamente i sogni.
4. Il Contributo della Psicologia: Freud e la “Censura”
Sebbene le neuroscienze forniscano le risposte più concrete, non si può ignorare il contributo storico della psicologia. Sigmund Freud ne L’interpretazione dei sogni (1899) sosteneva che l’oblio non fosse casuale, ma il risultato di una “resistenza” o “censura” da parte della psiche.
Secondo Freud, i sogni sono la realizzazione camuffata di desideri inconsci, spesso inaccettabili per l’Io cosciente. L’oblio agirebbe come un meccanismo di difesa per proteggere la mente cosciente dal contenuto disturbante o angosciante. Sebbene l’approccio freudiano sia difficilmente verificabile scientificamente, mette in luce la natura spesso emotivamente carica dei sogni e la tendenza del nostro psichismo a rimuovere contenuti scomodi.
Un Ponte tra Due Mondi
In definitiva, la scienza suggerisce che l’amnesia onirica è un sottoprodotto naturale della straordinaria riorganizzazione neurale che avviene mentre dormiamo. Non dimentichiamo i sogni perché sono privi di significato, ma perché il nostro cervello, in modalità notturna, non ha attivato gli strumenti neurologici adatti alla memorizzazione a lungo termine di esperienze così illogiche e fugaci.
Comprendere perché dimentichiamo i sogni è un passo fondamentale per apprezzare la complessità del sonno e la sua funzione di “reset” necessario, che ogni notte ci prepara per un nuovo ciclo di apprendimento e memoria nella veglia.
Domande Frequenti (FAQ)
1. Sogniamo tutti o solo alcuni?
Tutti sogniamo, anche coloro che affermano di non farlo. Sognare è una proprietà intrinseca del cervello che produce attività cognitiva anche durante il sonno, soprattutto nella fase REM. Le persone che “non sognano” semplicemente non riescono a ricordare l’attività onirica al risveglio, a causa dei meccanismi di oblio descritti dalla scienza neurologica.
2. I sogni che ricordiamo sono più importanti di quelli che dimentichiamo?
Non necessariamente. I sogni ricordati sono solo quelli che per ragioni di timing (risveglio durante o subito dopo la REM) o di intensità emotiva hanno avuto il tempo di lasciare una traccia. L’importanza o il significato intrinseco di un sogno non è correlato alla nostra capacità di richiamarlo. Tutti i sogni sono espressioni dell’attività cerebrale notturna.
3. Esiste un modo scientifico per ricordare più spesso i sogni?
Sì, la tecnica più efficace e supportata è il diario dei sogni. Appena svegli, senza muoversi, si consiglia di concentrarsi sui frammenti di sogno e annotarli immediatamente su un quaderno. Questo atto di trascrizione immediata interrompe il rapido oblio e funge da rinforzo per la memoria a breve termine, addestrando gradualmente il cervello al ricordo onirico.
4. È vero che l’oblio dei sogni ha una funzione protettiva?
Secondo le teorie neuroscientifiche, l’oblio ha una funzione di pulizia dei dati superflui che si accumulano durante l’attività onirica, essenziale per mantenere l’efficienza della memoria. La teoria psicoanalitica di Freud suggerisce invece una funzione di difesa psicologica, dove il contenuto onirico (spesso conflittuale) viene rimosso o censurato per proteggere l’equilibrio della mente cosciente.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!




