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Perchè la pelle si raggrinzisce quando siamo in acqua

VEB Ott 26, 2024

Cosa succede quando la pelle si raggrinzisce nell’acqua?

Se hai mai passato troppo tempo in piscina o immerso in un bagno caldo, avrai notato che le tue dita, soprattutto quelle delle mani e dei piedi, iniziano a “raggrinzirsi” o a diventare rugose. Questa trasformazione, apparentemente semplice, nasconde in realtà una serie di adattamenti biologici e risposte fisiologiche interessanti.

Perchè la pelle raggrinzisce quando siamo in acqua
foto@pixabay

La teoria dell’osmosi: perché è stata scartata

Per molto tempo, si è pensato che il motivo fosse legato all’osmosi, il processo naturale che avviene quando l’acqua passa attraverso una membrana semipermeabile (come la pelle). Secondo questa teoria, l’acqua penetrava nello strato esterno della pelle, causando il gonfiore degli strati superiori. Questo gonfiore, però, non si distribuiva uniformemente, causando la formazione di pieghe e rughe nelle aree più sensibili, come dita e palmi.

Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto che la teoria dell’osmosi non spiega interamente il fenomeno. Gli esperimenti hanno dimostrato che il raggrinzimento della pelle è una reazione controllata dal sistema nervoso. Infatti, se i nervi delle dita vengono danneggiati, la pelle non si raggrinzisce più in acqua. Questo suggerisce che il processo sia una risposta biologica attiva e non solo una conseguenza passiva dell’acqua che penetra nella pelle.

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La teoria dell’evoluzione: un adattamento per la presa

Gli studi più recenti hanno proposto che il raggrinzimento della pelle sia un adattamento evolutivo progettato per migliorare la presa e la manipolazione di oggetti in ambienti umidi. La superficie rugosa che si forma sulle dita crea delle canaline che facilitano l’espulsione dell’acqua tra la pelle e la superficie degli oggetti, migliorando così la presa.

Questa capacità poteva rivelarsi estremamente utile per i nostri antenati, che dovevano muoversi e raccogliere cibo in ambienti acquatici o umidi. Ad esempio, il raggrinzimento avrebbe migliorato la capacità di afferrare radici o frutti scivolosi, oppure di mantenere un migliore equilibrio su superfici bagnate.

Come avviene il raggrinzimento?

Il raggrinzimento della pelle è il risultato di un processo complesso, che coinvolge sia il sistema nervoso autonomo sia una serie di cambiamenti nei vasi sanguigni. Quando le mani o i piedi restano immerse nell’acqua, i vasi sanguigni sotto la pelle si contraggono, riducendo leggermente il volume complessivo del dito. Questa contrazione crea delle pieghe visibili sulla superficie della pelle, che vediamo come rughe.

Gli scienziati hanno osservato che il raggrinzimento si verifica solo sulla pelle con uno strato spesso di cheratina, come quella delle dita, dei palmi delle mani e delle piante dei piedi. In altre aree del corpo, dove la pelle è più sottile e priva di questo strato, il fenomeno non avviene.

Perché non ci raggrinziamo sempre?

Una domanda interessante è: se il raggrinzimento offre un vantaggio per la presa, perché non abbiamo sempre le dita rugose? La risposta è che mantenere una pelle liscia è più efficiente per altre attività quotidiane, come manipolare oggetti delicati o compiere movimenti precisi. Inoltre, il raggrinzimento è un processo che richiede energia e coinvolge il sistema nervoso, quindi non sarebbe vantaggioso mantenerlo attivo tutto il tempo.

Il mistero non è del tutto risolto

Nonostante le scoperte recenti, il fenomeno del raggrinzimento della pelle in acqua conserva ancora qualche aspetto misterioso. Gli scienziati stanno continuando a studiare i meccanismi precisi che attivano il processo e il ruolo esatto dei vari segnali nervosi coinvolti. La comprensione completa di questo fenomeno potrebbe fornire spunti interessanti sulla fisiologia umana e sull’adattamento evolutivo dei nostri antenati.

Conclusione

La prossima volta che le tue dita si raggrinziscono in acqua, ricordati che stai osservando un’antica capacità evolutiva, sviluppata probabilmente per aiutare i nostri antenati a sopravvivere in ambienti difficili. Questo piccolo “trucco” del corpo umano è un esempio perfetto di come anche le risposte più ordinarie nascondano meccanismi complessi, rivelando l’ingegnosità dell’evoluzione e la straordinaria capacità di adattamento della nostra specie.

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