I chatbot come ChatGPT sono strumenti sempre più diffusi e utili in ambito personale e professionale. Tuttavia, condividere certe informazioni può compromettere la tua privacy. Scopri quali dati è meglio tenere riservati per proteggere la tua identità e sicurezza online.

Perché proteggere i tuoi dati su ChatGPT è essenziale
Con l’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale nelle interazioni quotidiane, è fondamentale essere consapevoli di cosa si può o non si può condividere. OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, afferma esplicitamente nelle sue policy di utilizzo che le conversazioni possono essere analizzate per migliorare i modelli. Questo significa che, sebbene le informazioni non siano pubbliche, potrebbero essere trattate in fase di revisione o monitoraggio.
Secondo il Garante per la protezione dei dati personali, l’invio di dati sensibili a sistemi automatizzati può costituire un rischio per la sicurezza e la privacy dell’utente.
Le 7 informazioni da non condividere mai con l’IA
Ecco l’elenco delle principali categorie di dati da evitare nelle interazioni con chatbot:
- Dati personali identificativi: Numeri di passaporto, codici fiscali o indirizzi possono portare al furto di identità.
- Posizione in tempo reale: Anche un semplice riferimento geografico può lasciare tracce digitali.
- Informazioni familiari e private: Dati sulla tua vita privata facilitano il tracciamento incrociato.
- Contatti personali: Numeri di telefono o email possono esporre a phishing e spam.
- Credenziali di accesso: Password e username non vanno mai digitati nelle chat AI.
- Dati finanziari: IBAN, numeri di carte o saldi bancari sono estremamente a rischio.
- Informazioni aziendali riservate: Documenti interni o dati dei clienti non devono mai essere inseriti in chatbot.
Caso reale: Samsung ha vietato l’uso di ChatGPT dopo che un dipendente ha inserito dati aziendali riservati, causando una grave violazione interna.
Un’attenzione speciale: le domande mediche
Anche se ChatGPT può sembrare competente nel rispondere a quesiti sulla salute, non è un sostituto di un medico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di non affidarsi a strumenti automatizzati per diagnosi o terapie.
“L’intelligenza artificiale può supportare, ma non sostituire, il parere clinico,” – OMS, Linee guida digital health 2023.
Conclusione
Utilizzare ChatGPT in modo consapevole è il primo passo per garantire la propria sicurezza digitale. Ricorda: tratta la chat con un’IA come faresti con un social pubblico — prudenza e buon senso sono fondamentali.
Per approfondire:
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!