L’Italia è un museo a cielo aperto, ma una parte considerevole del suo patrimonio non si trova nelle piazze o nei musei polverosi: riposa sotto metri d’acqua. Dalle lagune del nord alle coste del sud, la penisola custodisce segreti sommersi che raccontano di bradisismo, cambiamenti climatici medievali e ambiziosi progetti idroelettrici del Novecento che hanno sacrificato interi centri abitati sull’altare della modernità.
Esplorare le città sommerse in Italia significa intraprendere un viaggio tra archeologia subacquea e ingegneria civile, dove la memoria storica lotta contro l’erosione e il fango.

Baia: la Pompei sottomarina del Mar Tirreno
Nel Golfo di Pozzuoli sorge quello che gli archeologi definiscono il sito archeologico subacqueo più importante del mondo. Baia sommersa non è solo un ammasso di rovine, ma ciò che resta di una città d’élite dell’Antica Roma, frequentata da imperatori come Nerone, Adriano e Augusto.
Il fenomeno che ha decretato la fine di Baia è il bradisismo flegreo, un movimento verticale del suolo legato all’attività vulcanica dei Campi Flegrei. A causa di questo innalzamento e abbassamento della crosta terrestre, la fascia costiera è sprofondata di circa 6-8 metri sotto il livello del mare tra il IV e il XVI secolo d.C.
Oggi, visitando il Parco Archeologico Sommerso di Baia, è possibile ammirare:
- Villa a Protiro: celebre per i suoi mosaici perfettamente conservati sotto lo strato di sabbia che li protegge dalle correnti.
- Ninfeo di Punta Epitaffio: una sala per banchetti dove le statue originali (ora sostituite da copie, mentre le autentiche sono al Museo del Castello di Baia) creano un’atmosfera spettrale e magnifica.
Come riportato dai dati del Ministero della Cultura, la gestione del sito richiede una manutenzione costante per prevenire il biodeterioramento causato dagli organismi marini. Baia rappresenta il caso studio principale per la conservazione in situ del patrimonio archeologico.
Curon Venosta e il campanile che emerge dal Lago di Resia
Spostandosi dalle calde acque del Mediterraneo ai ghiacci del Sudtirolo, si incontra una storia di natura diversa, legata non ai capricci della terra, ma alle decisioni dell’uomo. Il Lago di Resia è celebre per il suo campanile trecentesco che emerge dall’acqua, unica traccia visibile dell’antico borgo di Curon Venosta.
Nel 1950, nonostante le proteste della popolazione locale e perfino un appello al Papa, la costruzione di una diga per la produzione di energia idroelettrica portò all’unificazione di due laghi naturali, sommergendo completamente il paese. Circa 163 case furono rase al suolo e centinaia di persone persero tutto.
Il campanile è diventato un simbolo di resistenza culturale. Una leggenda locale narra che, nelle notti più fredde d’inverno, quando il lago ghiaccia e si può raggiungere la struttura a piedi, si sentano ancora suonare le campane, rimosse in realtà prima dell’inondazione. Questo luogo ha ispirato serie TV e romanzi, consolidando il mito della città perduta sotto il lago.
L’Atlantide della Tuscia: Castro e la città sommersa di San Rocco
Nella provincia di Viterbo, la storia si fa più oscura. Sebbene non sia interamente sommersa dall’acqua, la zona della Tuscia ospita insediamenti che sono stati “inghiottiti” dalla vegetazione e da piccoli bacini lacustri. Tuttavia, il caso più eclatante di archeologia subacquea nei laghi vulcanici riguarda il Lago di Bolsena.
Qui si trovano le cosiddette “granari”, strutture dell’Età del Ferro sommerse a causa dell’innalzamento del livello del lago. Il sito di Gran Carro di Bolsena offre uno spaccato incredibile della vita preistorica, con palafitte e reperti ceramici che si sono mantenuti intatti per millenni grazie all’assenza di ossigeno nel fango del fondale.

Fabbriche di Careggine: il borgo fantasma del Lago di Vagli
In Toscana, nel cuore della Garfagnana, giace un segreto che riappare solo ogni pochi decenni. Fabbriche di Careggine è un borgo medievale sommerso nel 1947 per la creazione del bacino idroelettrico di Vagli.
A differenza di altri siti, questo paese non è visibile quotidianamente. Diventa una meta di pellegrinaggio mondiale solo quando la diga viene svuotata per manutenzione. L’ultima volta che le case in pietra e la chiesa di San Teodoro sono riemerse è stato nel 1994, attirando oltre un milione di visitatori.
Visitare borghi sommersi in Toscana è un’esperienza che unisce il fascino della rovina alla consapevolezza dell’impatto industriale sul paesaggio. Secondo i dati storici di Enel, l’ente che gestisce l’impianto, il borgo è rimasto pressoché intatto, protetto dalla pressione dell’acqua che agisce come un guscio conservativo.
L’importanza dell’archeologia subacquea per il turismo
Questi siti non sono solo reliquie del passato, ma motori economici per il territorio. Il turismo archeologico subacqueo in Italia è in forte crescita. Secondo un rapporto di ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) sulla protezione delle coste, la salvaguardia di questi luoghi è fondamentale non solo per la cultura, ma anche per la protezione della biodiversità marina che colonizza le strutture antiche.
Citando l’archeologo subacqueo Sebastiano Tusa: “Il mare è il più grande museo del mondo, ma è un museo che non ha pareti e che richiede una sensibilità estrema per essere fruito senza essere distrutto”.
Casi minori ma affascinanti lungo la Penisola
Non mancano esempi meno noti ma altrettanto suggestivi:
- Portus Julius: situato vicino a Baia, era una gigantesca infrastruttura portuale romana, oggi visibile solo tramite sorvolo con droni o immersioni guidate.
- L’isola di Gravisca: l’antico porto di Tarquinia, dove le strutture portuali etrusche e romane giacciono sotto pochi metri d’acqua, offrendo dati preziosi sugli scambi commerciali nel Mediterraneo antico.
- San Pietro in Bevagna: nelle acque della Puglia, dove riposano i cosiddetti “Sarcofagi del Re”, enormi blocchi di marmo bianco trasportati da navi romane naufragate.
Queste testimonianze confermano che il legame tra l’Italia e l’acqua è indissolubile. La lotta contro l’erosione costiera e l’innalzamento dei mari, documentata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), rende oggi più urgente che mai la mappatura di questi siti.
Domande Frequenti (FAQ)
Qual è il periodo migliore per vedere il campanile del Lago di Resia? Il campanile è visibile tutto l’anno, ma l’inverno offre lo spettacolo del lago ghiacciato che permette di avvicinarsi a piedi. Durante la primavera e l’estate, il contrasto tra l’azzurro dell’acqua e la pietra antica è ideale per la fotografia paesaggistica e le escursioni intorno al bacino.
Si possono visitare le rovine sommerse di Baia senza essere subacquei? Certamente. Oltre alle immersioni con bombole, il parco offre tour su barche con il fondo trasparente, permettendo di osservare i mosaici e le ville romane restando all’asciutto. Esistono anche percorsi di snorkeling assistito per chi preferisce una via di mezzo tra l’immersione tecnica e l’osservazione dalla superficie.
Quando verrà svuotato di nuovo il Lago di Vagli per vedere Fabbriche di Careggine? Lo svuotamento del bacino è un evento raro legato a necessità di manutenzione straordinaria della diga. Sebbene si parli spesso di una riapertura imminente per favorire il turismo, le date ufficiali vengono comunicate da Enel con largo anticipo. L’ultimo svuotamento programmato è stato rimandato più volte negli ultimi anni.
Perché molte città romane sulla costa sono finite sott’acqua? La causa principale nell’area tirrenica, specialmente in Campania, è il bradisismo. In altre zone d’Italia, l’innalzamento del livello del mare e l’erosione costiera hanno contribuito a sommergere infrastrutture portuali e ville marittime. Questi processi geologici trasformano i siti archeologici in ecosistemi marini unici, protetti dalle leggi sui beni culturali.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!




